martedì 29 luglio 2014

Alla Festa dell'Unità di Cantù si sentirà una parola pietosa per L'Unità che chiude il primo agosto?

Alla fine, la profezia nefasta si è avverata: il primo agosto prossimo, come si può leggere in questo comunicato ufficiale del Cdr, L'Unità chiude i battenti.
Al di là di ogni singola valutazione sul fatto se sia giusto o no che un quotidiano che non riesce a stare sul mercato nemmeno con i contributi statali debba cessare le pubblicazioni, mi sembrerebbe giusto che una parola, almeno una parola su questo fatto venisse detta alla Festa provinciale del Pd che si conclude stasera a Cantù. Un happening che, come scrivevo in questo post, con scelta di rara infelicità a livello nazionale è stato ribattezzato proprio quest'anno "Festa dell'Unità". Ma non, come ha detto con sciagurata nonchalance la segretaria provinciale del Pd, Savina Marelli, tra salami e foto di Berlinguer, per omaggiare "un brand" (cliccando qui trovate il video), bensì in onore del quotidiano fondato da Antonio Gramsci che è stato una sorta di Bibbia comunista prima e progressista poi per milioni di italiani e ha contribuito a dare una voce in più alla democrazia in questo Paese.
Io L'Unità l'avrò letta sì e no 10 volte in vita mia. Ma un pezzo di storia collettiva, che se ne va assieme ai suoi posti di lavoro, fa male comunque. O forse al Pd, che pure ha tratto almeno in parte anche la sua linfa renziana da quelle antiche radici di carta e inchiostro, no.

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