giovedì 24 luglio 2014

Mario Lucini mi sgrida sul blog. In parte ha ragione (ma anche no)


Mario Lucini ("un" Mario Lucini, che potrebbe essere il sindaco di Como oppure qualche buontempone, preferisco restare col dubbio), mi sgrida commentando una frase pubblicata in questo post sul recente voto in consiglio comunale che ha sancito il rincaro Irpef. Come noterete nella foto, la tirata d'orecchi - che, per la precisione del riferimento a un mio articolo dl 13 maggio, fa molto Mario Lucini vero - si riferisce alla mia convinzione che se ora il centrosinistra fosse all'opposizione e il centrodestra al governo della città, in aula sarebbe andato in scena lo stesso show di 2 giorni fa, semplicemente a parti invertite. Secondo Mario Lucini questo non è vero. E in parte ha ragione.

Dico questo perché devo ammettere che l'attuale sindaco di Como, quando era capogruppo del Pd in minoranza, raramente si è lasciato tentare da facili demagogie sulla situazione oggettivamente drammatica dei conti comunali. Non ricordo sue prese di posizione da facile tribuno arruffapopoli in tema di imposizione fiscale, e forse anche in generale (certo, la facilità con cui nel maggio 2012, durante la campagna elettorale, risolveva il tema delle paratie, non si dimentica, ma mi pare che si sia ancora nell'ambito del tollerabile). Detto questo, se Mario Lucini ha ragione in buona parte per quanto riguarda se stesso e soprattutto su questo singolo tema, ribadisco totalmente  il pensiero generale che ho già espresso. Sono cioè assolutamente certo che, di fronte a una stangata fiscale come quella appena approvata ora, se il centrosinistra fosse stato all'opposizione avrebbe bollato il controdestra come il partito delle tasse, che colpisce i ceti deboli e che non ha una vera politica di bilancio.

Non sto qui a citare troppi esempi illustri di opinioni cambiate a seconda del momento politico (ricordate cosa diceva l'attuale ministro Franceschini di Renzi nel 2012? E la Santanchè di Berlusconi nel 2008?). Mi limito a concludere che la politica è animata da attori. Che, appunto, cambiano copione piuttosto spesso e con discreta disinvoltura.

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