giovedì 10 luglio 2014

La frana di Civiglio tra Madonne e operai sepolti


La frana che si è staccata martedì scorso dalla montagna sopra Civiglio (frazione di Como, anche se di questa notizia al capoluogo sembra fregare poco) è molto social. Anzi, sociale, visto che nei 3-400 metri che si devono percorrere a piedi per arrivarci dal punto in cui la strada è interrotta, non vi è residente che non voglia accompagnarti, spiegarti qualcosa, persino offrirti un caffè o raccontarti una storia. 
C'è, ad esempio, la "leggenda" della cappellina dedicata alla Madonna, qualche tornante prima della frana.

Su questa fatica di architettura semplice, il signore con i baffoni che vedete nella foto in basso, ieri era furibondo. Qualche giornale aveva osato sbagliare la data di costruzione e lui, per correggere l'affronto, mi ha scritto a mano un foglietto con le date giuste e persino il dramma lontano dell'operaio sepolto dalla sabbia (ma poi salvato). 


Forse, a giudicare dall'età degli abitanti, in media non proprio verde come i dintorni, anche la fatica di dover raggiungere la propria casa a piedi, diventa un modo di fare due chiacchiere con i forestieri, rari da queste parti. Di sicuro, la frana - per la cronaca: in fase di messa in sicurezza ancora oggi e domani - è anche un momento per testare la resistenza muscolare in questo borgo dove anche le discese sembrano salite. Gli abitanti, però, pur con qualche sbuffo, si lamentano poco e camminano molto, come si può vedere dalle foto qui sotto. Aspettando che tutto torni alla normalità. Ma anche no.


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