La vicenda della piccola e insignificante cripta di piazza Santa Teresa, dove stanno ammuffendo pochi affreschi di scarso o nullo interesse culturale, è emblematica dell'ottusità burocratica italiana. Nel 2003, durante i lavori per l'autosilo privato poi inaugurato nel 2007, la Soprintendenza vincolò il Comune di Como a recuperare con una soluzione museale-espositiva quei quattro sassi colorati.
Curiosamente, questo avvenne nello stesso momento in cui la stessa Soprintendenza diede il via libera per seppellire gli altri pochi resti della chiesetta seicentesca della zona rinvenuti nel corso degli scavi. Naturalmente, però, per valorizzare e permettere di vistare una cripta con 3 affreschi sotto il cavalcavia delle Ferrovie dello Stato, Comune e privati avrebbero dovuto, nell'ordine: mettersi d'accordo, stendere un progetto, ipotizzare una manutenzione del sito e soprattutto capire come pagare tutte queste operazioni.
Tre cose, ovviamente, che non sono mai accadute. Risultato: i 3 affreschi sotto la piazza stanno ammuffendo, la superficie è un orrore e nessun turista ovviamente ha mai visitato nulla. Che poi, a dirla tutta, io una famigliola di tedeschi che parcheggia a pagamento in piazza Santa Teresa per vedere sotto il ponte del treno due affreschi muffì proprio non ce lo vedo
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