Dunque Silvio Berlusconi, appena assolto in Appello dalla madre (un po' libertina) di tutti i processi (Ruby), ci riprova. E con una lettera che sarà pubblicata sull'edizione di sabato 26 luglio de Il Giornale (il suo giornale, peraltro) invita tutti i partiti del centrodestra italiano a tornare assieme in un'alleanza politico-programmatica di lunga durata per contrastare il renzismo imperante. In attesa di leggere i contenuti integrali dell'appello stranamente cartaceo di Silvio, qualche domanda sorge naturale. Per esempio: come potrebbe tradursi a Como questo tentativo di reunion? Dipende.
Se il tentativo di Berlusconi andasse male - tenendo presente l'ottica delle elezioni comunali del 2017 - è probabile che ci troveremo ad assistere all'ennesima gazzarra di candidati contro il sindaco uscente di centrosinistra, Mario Lucini, sebbene una certa tendenza a voler ricompattare il fronte "moderato" sia presente in tutte le forze politiche (questa intervista alla presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, apparsa il 23 luglio su Libero, offre qualche spunto in merito).
Ma, ammettendo invece il caso che all'ex premier riesca il tentativo di rimettere insieme la galassia di centrodestra sotto un'unico tetto minimamente solido, allora difficilmente, a Como, la sfida a Lucini che partirà dal centrodestra potrà avere un nome diverso da quello dell'attuale capogruppo di Forza Italia, Sergio Gaddi. Il quale, scornato dalle primarie del Pdl 2012, non casualmente - avrete notato - da tempo ha abbandonato la boria intellettualistica che ne ha contraddistinto (e frenato) troppe fasi politiche (grandi mostre escluse, i suoi capolavori) ed è magicamente tornato a svolgere il duro lavoro di consiglio comunale con maggiore umiltà. Non guasta, poi, essere uno dei nomi di punta del Dipartimento culturale di Forza Italia creato per esplicita volontà di Berlusconi, con il cui cerchio magico lombardo (Gelmini, Toti, Mantovani ecc) l'ex assessore ha rapporti stretti e continui. Non si può non rimarcare, infine, la roboante assenza di altri nomi di peso sulla scena moderata attuale (sebbene più d'uno avverta di tenere d'occhio il duo Alessio Butti-Marco Butti).
Comunque, un fatto è certo: in un senso o nell'altro, la lettera di Silvio apre oggi un nuovo capitolo politico tutto da scrivere anche all'ombra di Palazzo Cernezzi. E le fumisterie della politica (e articoli vaporosi come questo) un profilo noto sembra già prendere forma.
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