Se mi avete seguito fino qui, mi pare giusto ricordarvi che nel contratto firmato tra Palazzo Cernezzi e Ica, l'amministrazione vincolò la società, per avere un proprio tornaconto, a versare nelle casse municipali una quota minima di 2 milioni di euro. E qui viene il bello. Sapete quanto ha versato realmente Ica al Comune? Due milioni e 2.074 euro. Precisi precisi. E sapete quanto ha trattenuto per sé la suddetta società privata? Circa 495mila euro. Quasi mezzo milione.
Di fronte a queste cifre, dunque, vengono due considerazioni. La prima è che forse risultano un po' meno credibili le lacrime di coccodrillo versate da alcuni esponenti dell'esecutivo quando i commercianti erano furenti per alcune palesi vessazioni, visto quanto entra ora nel salvadanaio comunale. La seconda è che, dando per buona la buona fede di Ica nelle migliaia di accertamento a dispetto dei molti errori, la sensazione che avere un tetto minimo da rispettare verso il datore di lavoro (cioè Palazzo Cernezzi) porterà sempre la società a sparare a zero su insegne e tavolini dei comaschi. O forse, se si volesse essere più cattivi, a sparare semplicemente nel mucchio pur di gonfiare le reti di euro.
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