La Festa della Lega Nord di Lezzeno, ogni anno in piena estate, è stata per lustri un appuntamento carico di attese e simbolismi. È stata una notte di popolo e politica, ma ha celebrato soprattutto l'amicizia profonda di un strana coppia, quella formata dal padrone di casa, il lezzenese e leghista doc Armando "Mandell" Valli, e dal padrone del partito, Umberto Bossi.
I giornalisti di tutte le testate nazionali, per quella notte, si inerpicavano a frotte snob sui tornanti della Lariana per poi mischiarsi agli afrori di folla e costine e ascoltare, solitamente davanti a un pulpito a quadretti grossolani benedetto da chinotti e vinacci atipici, l'immancabile sparata estiva del Senatur. Quella che, tra fucili bergamaschi e Berluskaiser, avrebbe poi monopolizzato le cronache da ombrellone.
I giornalisti di tutte le testate nazionali, per quella notte, si inerpicavano a frotte snob sui tornanti della Lariana per poi mischiarsi agli afrori di folla e costine e ascoltare, solitamente davanti a un pulpito a quadretti grossolani benedetto da chinotti e vinacci atipici, l'immancabile sparata estiva del Senatur. Quella che, tra fucili bergamaschi e Berluskaiser, avrebbe poi monopolizzato le cronache da ombrellone.
Mitologici, poi, erano gli orari di Bossi, almeno fino a qualche anno fa. L'Umberto arrivava tardi, tardissimo, molto dopo il presunto orario ufficiale. Sbarcato tronfio e soltanto ultimamente intenerito dalla malattia, salutava con occhi grati il Mandell, poi il Leo Carioni e infine tutto il suo popolo di frontalieri e sentinelle padane con pacche sulle spalle, pugni al cielo e qualche immancabile accenno fallico. Insomma, Lezzeno, lingua di terra ruvida tra acqua e montagna, ogni anno per una notte era al centro del mondo.
Ora, tutto quel piccolo mondo padano non c'è più. È da considerarsi archiviato con le canottiere in bianco e nero dell'Umberto giovane e tonitruante di Ponte di Legno e con le immagini silenziose del Mandell senatore. Un'epoca fa, che non tornerà più, ramazzata via da un nuovo corso moderno, meno avvezzo al rutto ma anche infinitamente meno carismatico. Ora - anzi, domani e domenica - a Lezzeno saranno di scena le nuove belve del leghismo moderno, i Matteo Salvini e i Nicola Molteni. I giovani del nuovo corso: svegli, preparati, aggressivi, forse vincenti domani. Oggi, di sicuro, gli unici capaci, dopo anni, di radiare dall'invito ufficiale i nomi dei vecchi gladiatori.
Tra poche ore, la festa di mezza estate del leghismo lacustre si celebrerà una volta in più. Sarà sempre a Lezzeno, potrebbe essere Cinisello.
Tra poche ore, la festa di mezza estate del leghismo lacustre si celebrerà una volta in più. Sarà sempre a Lezzeno, potrebbe essere Cinisello.
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