Ha vinto Savina Marelli.
L'assemblea provinciale del Partito Democratico ieri sera ha votato - alla presenza del segretario regionale Alessandro Alfieri - sull'immediato ingresso in giunta della segretaria provinciale. E la consultazione per alzata di mano ha raggiunto la sostanziale unanimità. Ciò significa che la Marelli, nell'arco di qualche giorno, entrerà nella giunta di Como (con delega presumibilmente al Personale e alle Società partecipate) ma manterrà anche l'incarico di guida provinciale del partito. A tempo, però. Il che significa che probabilmente il doppio ruolo - sul quale il Pd non ha votato in maniera specifica - sarà mantenuto fino alle elezioni amministrative del 2015. Quindi prima della scadenza naturale del ruolo politico, che sarebbe nel 2017, ma senza un addio immediato al vertice del partito.
Questa decisione - alla fine meno traumatica del previsto per il partito - apre ovviamente la via al secondo ingresso nell'esecutivo di Palazzo Cernezzi, cioè quello dell'ex Dc e Udc Paolo Frisoni. Per il lui - inquadrato come assessore tecnico - arriva la delega al Bilancio.
Al momento, non risultano componenti della giunta di Mario Lucini in uscita. Quindi la squadra del sindaco passerà a 9 componenti rispetto ai 7 attuali (erano 8 subito dopo le elezioni 2012, prima dell'addio di Giulia Pusterla).
Chi ha vinto e chi ha perso?
Esce bene la stessa Savina Marelli, che se pur dovrà lasciare la guida provinciale del Pd in anticipo, ha sostanzialmente ottenuto di mantenere il doppio incarico per un altro anno con il benestare dei vertici regionali e senza alcun voto lacerante in ambito locale.
Escono soddisfatti ma non vincitori anche gli strenui oppositori del duplice incarico, ossia i renziani duri e puri e i civatiani. L'accordo ponte fino al 2015 può essere considerato un patteggiamento accettabile anche se in ribasso rispetto alla richiesta di dimissioni immediate della Marelli dalla segreteria di partito.
Per quanto riguarda la giunta di Como, a fare le spese del nuovo ingresso "in rosa" dovrebbe essere soprattutto Gisella Introzzi (Amo la mia città) che dovrebbe perdere, come detto, la delega al Personale. Ma il rimpasto è possibile che porti a un rimescolamento anche più ampio delle deleghe attualmente detenute dai singoli assessori.
Questa decisione - alla fine meno traumatica del previsto per il partito - apre ovviamente la via al secondo ingresso nell'esecutivo di Palazzo Cernezzi, cioè quello dell'ex Dc e Udc Paolo Frisoni. Per il lui - inquadrato come assessore tecnico - arriva la delega al Bilancio.
Al momento, non risultano componenti della giunta di Mario Lucini in uscita. Quindi la squadra del sindaco passerà a 9 componenti rispetto ai 7 attuali (erano 8 subito dopo le elezioni 2012, prima dell'addio di Giulia Pusterla).
Chi ha vinto e chi ha perso?
Esce bene la stessa Savina Marelli, che se pur dovrà lasciare la guida provinciale del Pd in anticipo, ha sostanzialmente ottenuto di mantenere il doppio incarico per un altro anno con il benestare dei vertici regionali e senza alcun voto lacerante in ambito locale.
Escono soddisfatti ma non vincitori anche gli strenui oppositori del duplice incarico, ossia i renziani duri e puri e i civatiani. L'accordo ponte fino al 2015 può essere considerato un patteggiamento accettabile anche se in ribasso rispetto alla richiesta di dimissioni immediate della Marelli dalla segreteria di partito.
Per quanto riguarda la giunta di Como, a fare le spese del nuovo ingresso "in rosa" dovrebbe essere soprattutto Gisella Introzzi (Amo la mia città) che dovrebbe perdere, come detto, la delega al Personale. Ma il rimpasto è possibile che porti a un rimescolamento anche più ampio delle deleghe attualmente detenute dai singoli assessori.
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