giovedì 25 settembre 2014

Infrastrutture Lombarde e gare truccate: no al patteggiamento, processo per il comasco Perez


Dal carcere del Bassone, fu proprio il comasco Pierpaolo Perez, nell'aprile scorso, il primo ad ammettere che diverse gare gestite da Infrastrutture Lombarde, la società controllata dalla Regione Lombardia e creata per i grandi appalti - valore di circa 11 miliardi soltanto in ambito Expo - erano pilotati (qui e qui due articoli riassunti di Repubblica e Corriere della Sera).

Non propriamente una voce di secondo piano: Perez era il braccio destro dell'allora direttore generale della società, Antonio Giulio Rognoni, e soprattutto era a capo dell'Ufficio gare di Infrastrutture. Entrambi, a fine marzo, finirono al centro della maxi-inchiesta condotta dalla Procura di Milano che portò a 8 arresti complessivi per una lunga serie di affidamenti ad avvocati e consulenti esterni di incarichi di consulenza legale, stimati in circa 8,7 milioni, tutti potenzialmente indirizzati a turbare e "guidare" le aste per gli appalti.

Ebbene, ieri, il colpo di scena. Sia per Rognoni che per il comasco Perez, il giudice per le indagini preliminari ha respinto la richiesta di patteggiamento concordata (3 anni Rognoni, 2 anni e 8 mesi Perez) con la Procura l'estate scorsa. E, di contro, è invece stato chiesto il rinvio a giudizio immediato. I motivi? Essenzialmente, il giudizio sull'incongruità della pena a sua tempo stabilita, l'assenza di risarcimenti e la mancanza di confische nei confronti degli interessati.
Il processo inizierà ora il 2 ottobre prossimo.



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