Si spera (ma nemmeno più di tanto) nel miracolo. Si lavora a un "piano B".
Il destino del recupero dell'area Ticosa secondo il "nuovo" progetto promesso dalla Multi (nel frattempo, peraltro, rilevata dal potentissimo fondo americano Blackstone Real Estate che infatti esprime il presidente Paolo Bottelli e soprattutto sta intervenendo sulla pesante esposizione debitoria della società) sembra infatti farsi paradossalmente più lontano ogni giorno che si avvicina la scadenza teorica del 30 settembre. Ossia l'ennesima data puntata sul calendario entro la quale Multi/Blackstone (a proposito: lo stesso fondo che ha acquisito per 120 milioni la sede del Corriere della Sera in via Solferino) dovrebbe presentare un progetto nuovo di zecca per riavviare le ruspe sull'area.
Le incognite, però, sono molte. Moltissime. Praticamente infine. Da un lato, a oggi, non risultano interlocuzioni formali sulla questione tra Multi e Comune da settimane, forse mesi. Dall'altro c'è l'eredità pesantissima del passato, a partire dall'appalto aggiudicato ai tempi per 15 milioni, cifra che però ora i privati vorrebbero dimezzare anche in virtù dello sconvolgimento del progetto originario e della radicale riduzione delle volumetrie imposta dall'amministrazione per qualsiasi altro progetto sostitutivo (e nessuno, a oggi, tra le parti, è realmente convinto che una gara d'appalto assegnata su cifre e criteri progettuali precisi, si possa stravolgere 10 anni dopo secondo l'umore "degli chef").
C'è poi l'aspetto della bonifica del sottosuolo. Finita o quasi, ma non pagata interalmente all'azienda che l'ha condotta a causa dei vincoli del patto di stabilità che falcidiano le possibilità di spesa del Comune (e tralasciamo i dettagli della guerra feroce tra l'assessorato guidato da Bruno Magatti e la Ragioneria comunale sulla destinazione dei pochi fondi disponibili).
Insomma, a oggi, sul fatto che entro il 30 settembre Multi/Blackstone presenti davvero un progetto serio, credibile e finanziato a Palazzo Cernezzi per realizzare appartamenti per housing sociale, un grande parcheggio e qualche altra struttura giusto abbozzata tra un colloquio informale e l'altro, non ci scommettono più in molti. E non dev'essere un caso che da qualche tempo negli uffici urbanistici di Palazzo Cernezzi si lavori alacremente a un piano B. Che - al netto dei potenziali conflitti legali nel caso di fallimento definitivo dell'opzione Multi - non è poi nemmeno così misterioso: un grande parcheggio per i comaschi disponibile già entro il 2017 e strutture di servizio e connessione con il polo universitario di Sant'Abbondio. Il sogno dell'assessore Lorenzo Spallino, insomma.
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