Mentre sono in corso le elezioni primarie indette dal Pd di Como per scegliere il candidato presidente della Provincia tra Alberto Gaffuri e Maria Rita Livio (cliccando qui la presentazione di ieri), nel partito scoppia una doppia bomba politica.
Ieri sera infatti, si è svolta l'assemblea provinciale del Pd. Una riunione tutt'altro che insignificante, soprattutto se letta nelle parole del vicesegretario del partito, Riccardo Gagliardi (foto sopra). Il quale innanzitutto esordisce definendo la consultazione di oggi come "primariette". Poi, nel resoconto della serata, dice che è andata "bene la prima parte, in cui è stato approvato il percorso politico e programmatico della segreteria provinciale", peraltro illustrato dallo stesso Gagliardi. Poi, con un tempismo forse discutibile vista la giornata specifica, sferra un attacco frontale al segretario cittadino del Pd, Stefano Fanetti. "Male - dice Gagliardi - il comunicato letto nelle varie ed eventuali (sigh) dal segretario cittadino Stefano Fanetti, sul prossimo rimpasto di giunta".
"Stante l'importanza e la delicatezza dell'argomento, mi è sembrata un'enorme forzatura, segno peraltro di debolezza che non tiene assolutamente in conto la situazione all'interno della segreteria provinciale in cui il tema è già stato trattato e che aveva restituito l'immagine di una mela divisa in due, entrambe le parti con validissimi argomenti a supporto", aggiunge Gagliardi. Il quale, poi, sottolinea di non essere potuto intervenire per replicare a Fanetti a causa del no del presidente dell'assemblea. "Forse - conclude velenosamente il vicesegretario provinciale del Pd - in questo partito bisogna ancora praticare la democrazia sino in fondo, a cominciare dal rispetto e dalla legittimità di opinioni diverse, soprattutto all'interno di una presunta gestione unitaria del partito".
Ma cosa avrebbe detto Fanetti di così criticabile dal numero 2 del partito? Secondo le ricostruzioni più attendibili, pare che il segretario cittadino abbia sostenuto la via della deroga allo statuto del Pd che vieta i doppi incarichi nell'ottica di garantire a Savina Marelli di mantenere la segreteria provinciale del partito e, nel contempo, entrare nella giunta di Como a seguito del prossimo rimpasto. Una tesi che, però, come indirettamente confermano le parole pesantissime di Gagliardi, sembra spaccare letteralmente in due la segreteria stessa del Pd comasco. La conferma starebbe nelle posizioni di renziani e civatiani che non avrebbero obiezioni al paracadutismo comasco della marianese Marelli ma soltanto a condizione che la stessa lasci la guida della segreteria provinciale. Alla fine, potrebbe essere il livello regionale a decidere.
Chi meno conta, più strilla.
RispondiElimina