Ci credono (quasi) davvero. Di sicuro ne hanno parlato e ho le prove.
Ricordate il post nel quale davo conto della "meravigliosa eresia" proposta sia da Vittorio Sgarbi, sia dal consigliere comunale Mario Molteni (comunque l'articolo è qui)? Si dava conto del doppio invito/auspicio rivolto all'attuale assessore alla Cultura, Luigi Cavadini, e al suo predecessore, Sergio Gaddi, a unire le forze - in barba a politiche, filosofie e schieramenti diversi - per realizzare due grandi mostre nel 2015, l'anno di Expo. Uno scenario forse fantascientifico fino a ieri, sebbene affascinante come pochi. Ebbene, la fantascienza, da qualche ora, non è più tale.
Ieri sera - come testimonia il breve filmato "muto" in alto - Cavadini e Gaddi hanno realmente discusso dell'argomento. E non soltanto in pubblico, ma anche in salette più appartate rispetto all'affollata sala consiliare. Il sunto che posso dare con certezza è che nessuno dei due avrebbe, allo stato, alcuna contrarietà alla collaborazione per un obiettivo simile, capace potenzialmente di rendere Como capitale dell'arte nell'anno dell'Esposizione universale.
La base di discussione - naturalmente informale, ma visto il clima fino a ieri, vi pare poco? - è stata sostanzialmente questa: possibile intesa su una mostra da marzo a giugno e una seconda da luglio a ottobre, esattamente a copertura dei 6 mesi di Expo. Cavadini si occuperebbe del capitolo conclusivo della sua trilogia iniziata con Sant'Elia e in corso ora con "Ritratti di città", proseguendo sulla linea del bando pubblico per l'assegnazione della gestione materiale ma con cura dei contenuti in proprio. A Gaddi spetterebbe l'onere e l'onore (nel periodo primaverile, probabilmente) di stringere un'alleanza con una grande società specializzata in eventi d'arte internazionale (i contatti non gli mancano, è un fatto), facendo da curatore-promotore dell'evento escludendo rischi economici per il Comune (e qui starebbe all'abilità di Gaddi trovare una formula adatta).
Il punto di contatto, a questo punto, sarebbe ovviamente Villa Olmo: sede di entrambe le mostre e occupata da una coppia di eventi per 8 mesi (si porrebbe il "tema" Parolario, ma pare che le idee non manchino). Resterebbe, ovviamente, lo scoglio politico: potrebbero un sindaco e una maggioranza di centrosinistra accettare una collaborazione con il "nemico"? Per Cavadini il problema parrebbe trascurabile. Per assessori, consiglieri e segretari di partito sarebbe tutto da vedere. Ma è chiaro che una collaborazione di questa natura andrebbe scolpita nella pietra anche per la gestione politica complessiva del doppio evento.
Ad ogni modo, ieri sera si è innanzitutto infranto un enorme tabù sull'argomento, con il cordiale disgelo tra i due mondi apparentemente inconciliabili di Gaddi e Cavadini. Ora la parola passa a truppe e colonnelli, per il via libera agli approfondimenti tecnici, politici ed economici o per la loro stroncatura sul nascere.
Voi cosa direste?
Nessun commento:
Posta un commento