E se il Comune di Como scendesse a una quota inferiore al 15% nella multiutility oggi nota come Acsm Agam ma in procinto di fondersi con la brianzola Gelsia, che opera nella distribuzione e vendita di gas, energia elettrica e calore?
Il conteggio percentuale è per ora teoria pura ma la nuova aggregazione tra le società è un fatto pressoché certo. Lo dimostra la nota congiunta diffusa proprio dai rispettivi consigli di amministrazione (compreso quello di Aeb, capogruppo della stessa Gelsia). La nota dà conto di una lettera di intenti non vincolante con cui sono state condivise le linee guida di un progetto di aggregazione industriale e societaria (avviata formalmente il 21 gennaio scorso).
Le nozze "energetiche", di fatto, porterebbero la nuova multiutility a servire centinaia di Comuni nell'area lariano-brianzola, con un giro stimato di affari di circa 600 milioni di euro (sostanzialmente diviso a metà, almeno stando ai ricavi 2013 delle due società distinte).
Nelle prossime settimane, dopo questa comunicazione, saranno definiti i termini del progetto della fusione, che poi sarà sottoposto ai cda di Acsm Agam (oggi presieduta dal monzese Roberto Colombo) e Gelsia (controllata al 72% dal Comune di Seregno) e ai soci. E a questo punto è curioso conoscere la posizione politica del Comune di Como, oggi socio al 24% di Acsm Agam ma potenzialmente destinato a scendere nettamente nella nuova composizione societaria.
Il Comune elargisce premi a dirigenti che riducono la città ad un deserto,che fanno rotonde che intasano la circolazione,altri che dovrebbero istallare il Wifi libero e fanno un buco nell' etere.Quando si è trattato di liberalizzare le varie società il Comune non ha pensato che quelli erano i suoi salvadanai,adesso molti sono quelli che traggono profitto,ma chi dovrebbe incassare è sempre senza sostanze.
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