La mostra "Ritratti di città" è debole. Molto debole.
I dati degli ingressi complessivi al 31 agosto scorso parlano di 10.314 visitatori. Sembra uno scherzo, ma la media giornaliera è esattamente quella che risultava a luglio: 161 persone al giorno, con singole aperture (il 29 agosto scorso) in cui la soglia di 100 è stata superata di un pelo (108 accessi). La traguardo finale più credibile, di questo passo, è quota 20mila all'incirca. I visitatori che Orticolario, a Villa Erba, registra in 3 giorni. E non azzardo il confronto con le 600 persone che hanno assistito a un evento singolo a Parolario due giorni fa (l'incontro con Mauro Corona, spostato sul prato per inadeguatezza della sala).
Avanti così.
Perchè paragonare mele con pere (per essere eleganti) e fare della numerologia da bar di paese? Come si può confrontare una mostra a pagamento con una fiera del libro a ingresso gratuito? Per essere un minimo scientifici e non scadere nella polemica più banale, confrontiamo la mostra di Como con quelle simili come target, per esempio la mostra su Manzoni a Palazzo Reale (no, quelle sugli impressionisti non hanno lo stesso target), e confrontiamo Parolario con altri saloni del libro, Mantova, Torino, Sarzana etc. Solo in questo modo si potrà fare un analisi corretta (ammesso che lo si voglia fare veramente).
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