Un architetto dal nome decisamente "ingombrante" pone 6 condizioni/domande al Comune di Como sul monumento di Libeskind e la sua eventuale collocazione sulla diga foranea.
Quell'architetto si chiama Attilio Terragni - sì, discendente di "quel" Terragni - il quale definisce subito un "grande architetto" Daniel Libeskind per sgombrare il campo dai dubbi circa la sua considerazione verso il collega celebrato nel mondo. Poi, ecco che Terragni elenca 6 punti che a suo dire dovrebbero tassativamente ottenere risposte chiare e precise da Palazzo Cernezzi prima di avviare l'opera in discussione.
Secondo il professionista comasco, l'amministrazione dovrebbe innanzitutto "dimostrare per iscritto che (il monumento, ndr) è gratuito come dichiarato, comprese manutenzione ed eventuale rimozione". Poi Palazzo Cernezzi dovrebbe "vedere il progetto che finora è riservato a pochi eletti", "dimostrare che la diga possa reggere e a quali costi", "dimostrare come l'opera si inserisce nelle strategia per Expo della città", "dimostrare i benefici per la città e il nostro turismo", "dimostrare come si intende valorizzare la figura di Alessandro Volta con questa installazione, la quale dicono essere formata dalle iniziali AV".
Come si accennava, Attilio Terragni crede che "soltanto così si possa iniziare un'opera in città. E anche capire il grado di approfondimento (e non solo di convenienza) con cui l'amministrazione comunale prende le sue decisioni in delega ai cittadini".
Palazzo Cernezzi risponderà?
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