Prima che la lista civica "Amo la mia città" facesse un comunicato di fuoco contro ogni ipotesi di sostituzione di Gisella Introzzi dalla giunta di Como e prima che Vittorio Sgarbi, dopo aver visitato "Ritratti di città", elogiasse con convinzione i contenuti della mostra voluta da Luigi Cavadini, le trame per la doppia sostituzione dei due assessori erano fittissime. Oggi si possono ricostruire con buona, se non ottima approssimazione.
Il tassello più gustoso di questo mosaico riguarda il pressing di importanti spezzoni del Pd sulla presidente di As.li.co. e regina del Teatro Sociale di Como, Barbara Minghetti. Lei era - ma vedremo come sia tuttora - il vero sogno proibito del partito di Renzi per l'eventuale sostituzione di Luigi Cavadini. Sondata più volte - anche recentemente - risulta che l'interessata sia decisamente lusingata e attirata dall'ipotesi di entrare nella giunta di Como ma c'è un problema. Ossia l'assoluta incompatibilità attuale tra il suo ruolo al Teatro Sociale e i finanziamenti (anche se non certo milionari) che il teatro stesso riceve dal Comune. Un nodo apparentemente ineliminabile anche perché non risulta la disponibilità della Minghetti a dimettersi per buttarsi in politica, il che rende l'ipotesi affascinante, popolare e di spessore ma oggettivamente difficile da tradurre in atto a breve (anche se il tentativo di far quadrare le cose risulta ancora in corso, magari "con vista" sulla candidatura a sindaco del 2017).
Per quanto riguarda un altro assessore da tempo traballante, ossia Gisella Introzzi, è emersa un'indiscrezione molto piccante in queste ore. Ossia che, nelle scorse settimane, tra Palazzo Cernezzi e le segreterie politiche, fosse stata valutata anche la possibilità di proporre un ruolo in giunta per le deleghe a Commercio, Personale e Pari Opportunità all'attuale capo di Gabinetto, Valeria Guarisco. Un lampo, non molto di più, ma comunque suggestivo. Le alternative in campo sarebbero tre: l'attuale segretaria provinciale del Pd, Savina Marelli (paradossalmente ben vista soprattutto dall'opposizione, che punta a "giocare" sulla deroga che il Pd dovrebbe concederle apposta per occupare due poltrone e sulla provenienza da Mariano Comense), la consigliera comunale Pd Andrée Cesareo, che andrebbe bene a molti ma che pare Lucini non voglia perdere tra i banchi del consiglio comunale; e c'è infine chi parla della dirigente del Sant'Anna Gabriella Ceraulo.
Resta, infine, la delega al Bilancio. Ma qui le opzioni sembrano minori. Anzi, una: a dispetto di qualche perplessità sui rapporti diretti con Compagnia delle Opere e Comunione e Liberazione (ambienti che espresso direttamente l'ex sindaco Stefano Bruni), Paolo Frisoni sembra il prescelto senza particolari avversari. Per questo passaggio mancherebbe soltanto il rimpasto. Ma accadrà mai?
Ma sbaglio o la Dott.ssa Guarisco è già stata aspramente criticata da diversi membri del Consiglio Comunale per i ruoli che già attualmente ricopre?
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