venerdì 22 agosto 2014

Comaschi inferociti per il raid dei writers. Ha ancora senso che il Comune regali loro 12 muri di Como?


La notizia dell'imbrattamento della maestosa scalinata che conduce dai giardini alla Stazione San Giovanni di Como, appena ridipinta a proprie spese dai volontari del gruppo "X Como più pulita", ha suscitato un'enorme ondata di indignazione tra i comaschi.

Proprio per questo, visto che il momento e il tema sono caldissimi, saggezza suggerirebbe di evitare ogni commento ulteriore. Una domanda, però, al Comune va fatta. E cioè se di fronte a questa sorta insurrezione morale per i vandali che hanno agito l'altra notte abbia ancora senso l'istituzione ufficiale decisa dalla giunta del Comune di Como di un albo per i writers. Tecnicamente, i documenti ufficiali di Palazzo Cernezzi parlano di “Disciplina sperimentale per le attività dei writers”. Concetto nel quale, sono sicuro, l'assessore alle Politiche giovanili e vicesindaco, Silvia Magni, sicuramente includeva l'accezione più artistica della parola "writer". Gli artisti di strada veri, insomma. Che sono cosa ben diversa dagli scarabocchiatori di professione che hanno martoriato Como per anni e che sono entrati in azione anche poche ore fa. 

Non si spiegherebbe altrimenti, d'altronde, il contenuto della delibera ufficiale varata dalla giunta di Como a giugno. Che recita così: «La presente disciplina si riferisce alle attività riguardanti il graffitismo e la Street Art in genere, nonché alla realizzazione di disegni, murales, scritte di qualunque genere effettuate con qualunque tecnica grafica (pittura, spray, sticker, poster, ecc.) su beni di proprietà comunale (muri di edifici, recinzioni, sottopassi). Il Comune di Como riconosce il fenomeno dei writer e della Street Art in genere come nuove espressioni giovanili e vivaci di arte metropolitana, ne valorizza le varie forme come espressione culturale, ne consente lo svolgimento nell’ambito del territorio comunale con i vincoli e nei limiti imposti dalla presente disciplina». Da qui la doppia decisione di istituire un Albo dei writers e di concedere loro 12 luoghi di Como da decorare in maniera artistica e dichiarata. Si tratta dei 4 sottopassaggi lungo via Napoleona (piazza San Rocco, via De Cristoforis, fronte ex ospedale, piazza Camerlata); del sottopasso in via Borgovico; del sottopasso in via Bellinzona (zona Piazzetta); del muro esterno della palestra in via Magenta;  dei muri di recinzione nelle vie Stazzi e Somigliana; dei bagni ai giardinetti di via Anzani; dei bagni ai giardinetti di Tavernola, in via Traù; dei bagni e del muro ai giardini di via Leoni; e del muro di cinta del magazzino comunale di via Valleggio. 

La questione finale, però, è: al netto della sicura buona intenzione della giunta di rivolgersi ad artisti e non a vandali, con un centro città ancora devastato dalle scritte e con il recente raid alla stazione, è davvero opportuna un'apertura del genere a un mondo non ancora chiaro nei suoi confini e nei suoi fini?

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