domenica 31 agosto 2014

"Mai i profughi vicino ai bambini" Pellio Intelvi, il paese che si è ribellato a Diocesi e prefetto


La questione dell'arrivo dei profughi a Como e provincia non smette di fare clamore e suscitare polemiche. L'ultimo clamoroso caso si è verificato a Pellio Intelvi e ha visto il sindaco Marcello Grandi (nella foto) alzare un muro di fronte a un trio di tutto rispetto: Diocesi, Caritas e prefetto.

Tutto è accaduto in poche ore, tra venerdì e sabato. La prima mossa è stata del prefetto, Bruno Corda, che due giorni fa ha alzato il telefono e ha chiamato Grandi per comunicare che nell'arco di poco tempo a Pellio Intelvi, mille abitanti, sarebbe arrivato un contingente (numericamente non definito) di profughi. 
Il rappresentante del governo aveva anche comunicato al primo cittadino che, grazie a un'intesa con la Diocesi di Como, era stata trovata la sede per ospitare gli extracomunitari: il vecchio ospizio di proprietà della Caritas nella frazione superiore del paese. Tutto facile, quindi? Nient'affatto. Pochi minuti dopo, il sindaco - dopo aver ricevuto conferma dei fatti anche dal parroco del paese, già al corrente di tutto - ha informato della vicenda il consiglio comunale e una parte dei cittadini. La risposta è stata una sostanziale promessa di insurrezione popolare.

"Non avremmo mai accettato la presenza in paese dei profughi - conferma lo stesso primo cittadino di Pellio - Per di più, in una struttura che è a due passi dal campetto dove si ritrovano bambini e ragazzini del paese. Una scelta come minimo infelice, almeno per me. Ho dunque spiegato al prefetto la contrarietà del paese e la mia personale sul fatto che lo Stato, la Diocesi e la Caritas spendano tanti soldi per gli extracomunitari e non piuttosto per la nostra gente in difficoltà. Poi mi ha veramente infastidito il fatto che l'accordo sull'invio dei profughi in paese fosse stato deciso a tavolino da altri, senza che noi fossimo stati minimamente avvertiti. Non avrei potuto dire altro che no".

Alla fine, Marcello Grandi deve avere inviato un messaggio così chiaro alla Prefettura sulla possibilità di reali barricate contro i nuovi arrivi che il sabato mattina è partita una chiamata da via Volta che comunicava al sindaco il dietrofront, tecnicamente spiegato col fatto che l'ex ospizio di Pellio necessitava di manutenzione prima di essere abitato.
La verità è che il piccolo Comune intelvese, per un pelo, non è diventato un terreno di scontro politico e forse persino fisico sulla questione dei profughi.

1 commento:

  1. Un grazie al sindaco Grandi per la sua coraggiosa posizione a difesa della sua gente! Pellio Intelvi ha già dato! La Parrocchia di San Michele è già stata di fatto espropriata del Centro di Meditazione "Casa Nostra Signora di Fatima" per alloggiare una comunità di disagiati psichici. Adesso si bussa di nuovo alla stessa porta?

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