sabato 30 agosto 2014

La cultura e il fossato Comune-Regione. Cavadini fugge da Villa Gallia, Lucini rimprovera la Cappellini


Se ne sono accorti in pochi, ma ieri pomeriggio un assessore del Comune di Como è scappato da Villa Gallia e il sindaco di Como ha "litigato" con un assessore regionale.

E' accaduto tutto in pochi minuti, a margine dell'incontro organizzato per "Parolario" con l'illustre chef Gualtiero Marchesi. A scatenare geli e veleni è stata questa intervista rilasciata dall'assessore regionale alla Cultura, Cristina Cappellini, al Corriere di Como. Un lunghissimo intervento nel quale spiccava l'attacco frontale al "collega" di Palazzo Cernezzi, Luigi Cavadini, per la gestione della cultura in città, ritenuta male organizzata e confusa a danno delle molte associazioni attive sul territorio. Non mancavano, nel colloquio con Lorenzo Morandotti, staffilate alla mostra "Ritratti di città", definita "spenta e poco valorizzata".
Il caso (ma sarà un caso?) ha voluto che proprio nel giorno dell'uscita dell'intervista, la Cappellini - prima di dirigersi alla festa della Lega Nord di Pizzighettone - fosse a Como per Parolario. Ed era inevitabile che si incrociasse con Cavadini e con il sindaco. 


In realtà non è andata proprio così. L'assessore comunale, infatti, ha ritenuto di non dover rivolgere nemmeno una parola all'assessore regionale, lasciando Parolario chiaramente infastidito per l'attacco politico subito via giornale. La palla, dunque, è passata direttamente al sindaco Lucini. Il quale ha fatto gli onori di casa ma non si è ritenuto esente dal dover presentare le proprie seccate rimostranze all'assessore regionale: "Va bene tutto - sono state più o meno le parole del sindaco - ma certe critiche bisognerebbe farle di persone piuttosto che tramite la stampa". Poche parole, dense di freddo polare artico e - probabilmente - rese ancora più pungenti dall'abisso politico che separa i due (Lucini è di centrosinistra, Cappellini leghista "doc").


La serata è poi filata via liscia, senza sussulti. Ma la sensazione che sul fronte culturale si sia aperta una voragine tra Como e Milano è evidente. E quella Villa Gallia strapiena (foto sopra), location giudicata "penalizzate per Parolario" dalla Cappellini, proprio mentre negli stessi minuti Villa Olmo, aperta fino alle 22 per la mostra, languiva nel deserto (i visitatori di agosto, fino alla scorsa settimana, arrivavano a una cifra totale di circa 9.300, ancora intorno ai 160 visitatori al giorno), non hanno aiutato alcun riavvicinamento.

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