domenica 31 agosto 2014

L'inspiegabile silenzio sulla lettera-sfogo di Mantero. "Orticolario lasciata sola da pubblico e privati"


I casi sono due: o il nome Moritz Mantero, pur riunendo in sé il senso stesso di una dinastia tessile di successo globale, non conta più molto. Oppure sono io che attribuisco alle sue parole un significato eccessivo.

Non si spiega altrimenti l'incredibile silenzio sulla sua amara lettera/sfogo apparsa ieri a pagina 8 de "La Provincia" sul trattamento che sta ricevendo la sua ultima creatura di grande successo, Orticolario (20mila visitatori a Villa Erba nel 2013). Mi sembra dunque interessante riproporne i concetti essenziali, un giorno dopo l'apparizione dello scritto sul quotidiano. Anche perché, sebbene per contenuti e toni diversi dalla bufera che sta investendo Parolario, la lettera di Mantero si inserisce in pieno nel filone della cultura, sebbene "verde" in questo caso, quasi respinta da un mondo pubblico e privato troppo impegnato in chissà quali altre priorità.
Lo spunto originario dell'intervento sul quotidiano nasceva dalla copertina dedicata dalla storica rivista Bell'Italia a Como. A dispetto della ferita di un lungolago ancora devastato, Mantero sottolineava come la bellissima foto a tutta pagina fosse in grado di "volare alto e trasmettere al lettore quelle emozioni che può percepire un visitatore che vede la nostra realtà per la prima volta". 


Un'altra sottolineatura veniva dedicata ai motivi per cui, nonostante le paratie e i suoi disastri, i turisti continuino ad arrivare a Como: "Razionalismo, seta e lago". Ma anche "realtà culturali" quali "Miniartextil, Parolario, Teatro Sociale", gioielli che "hanno fatto superare il muro che non fa vedere il lago" e che rendono ancora attraente Como "nonostante la bassa propensione all'accoglienza, ahimè, che ci caratterizza (quanto avrei voluto leggere più righe dedicate a questo tema, ndr)". Ovviamente e giustamente, vista la qualità dell'evento e il riscontro internazionale, Mantero cita anche la sua Orticolario tra i nuovi modelli di successo di una Como che vuole cambiare (anche con ComOnLake Como Film FestivalFestival della MusicaFestival della LuceAccademia Aldo Galli e Le Primavere di Como). Ma qui vengono i dolori.

L'imprenditore, infatti, ribadisce come già nel dicembre 2013 espresse disappunto "per la scarsa propensione a sostenere iniziative che fungono da attrazione di qualità per la città e il suo territorio circostante". E, ieri, Mantero ha ribadito: "La situazione non è cambiata. E non basta l'atavica "parsimonia" (notare le virgolette, ndr) dei comaschi, pubblici o privati che siano".
E da qui in poi il coltello affonda nel trattamento specifico riservato da istituzioni pubbliche e private a Orticolario (fatta eccezione per la Camera di Commercio e alcune aziende private): "Se non ci fosse stato un gruppo di privati che ci ha creduto, oggi non saremmo a predisporre la sesta edizione". Segue scudisciata all'insensibilità totale delle istituzioni private (che io leggo soprattutto come le associazioni di categoria economiche): "Latitano, nonostante la manifestazione attiri sul territorio, nei 3 giorni, un numero di visitatori qualificati che nessun'altra manifestazione mai è riuscita a raccogliere, distribuendo attraverso i propri consumi, ricchezza (ai privati) sul territorio". Industriali, artigiani, commercianti: chiaro il concetto?

Il finale è un mix di amarezza e veleno: "Ci sentiamo molto soli in questo impegno d'amore per la nostra città e il nostro lago". Non voglio pensare quante orecchie stiano fischiano come treni a vapore. A me resta inspiegabile il vuoto in cui sono cadute parole così dure, pronunciate da un uomo con quel cognome e quella storia, su uno tra i più importanti eventi del Lario.


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