Dunque, salvo decisioni specifiche riguardanti il territorio di Como, il prossimo 12 ottobre finirà davvero dopo 12 anni l'era di Leonardo Carioni e si voterà per il presidente della Provincia e per il nuovo consiglio provinciale (convocazioni dei comizi elettorali il 2 settembre).
Tu no, però, a meno che non sia un consigliere comunale o un sindaco già in carica. Soltanto loro, infatti, avranno la facoltà di designare i 12 nuovi componenti dell'assemblea di Villa Saporiti, scegliendoli dalle liste che saranno presentate (il voto sarà ponderato, il che significa che tramite coefficienti scelti a tavolino i territori più grossi "peseranno" di più nella rappresentanza finale). Il successore di Carioni, inoltre, dovrà necessariamente essere un sindaco il cui mandato non scada entro i successivi 18 mesi.
Ma chi si sfiderà concretamente? Nomi ufficiali ancora non ce ne sono, ma tre schieramenti di massima si intravedono. Il primo è quello che sta mettendo assieme il Pd assieme a una serie di liste civiche (il sindaco di Olgiate Comasco, Maria Rita Livio, è data da alcuni come candidata in pole position, con il sindaco di Albese, Alberto Gaffuri, come alternativa). Poi c'è il fronte della "terza via", di cui è capofila il sindaco di Cantù, Claudio Bizzozero, "civico" per eccellenza e pronto a far coagulare intorno a sé (e qualcuno dice intorno alla sua candidatura a presidente) i Comuni di Capiago Intimiano, Fino Mornasco (occhio al primo cittadino Giuseppe Napoli, altro papabile), Cavallasca, Guanzate, Lomazzo e Luisago. Infine, il centrodestra. Che, esattamente come nel capoluogo, pare decisamente più nel marasma rispetto ai competitor e ancora preda del dilemma "alleanza Lega-Forza Italia sì o no".
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