Aggiungerò soltanto poche righe alle foto impressionante, da pelle d'oca che vedete in alto.
Non l'ho scattata io, mi è stata gentilmente "girata" dall'autore. Ma descrive meglio di mille parole l'errore drammatico compiuto dal Comune di Como nella politica culturale 2014. Sul prato di Villa Gallia, davanti a quel muro umano di oltre 600 spettatori attenti che ha pochi precedenti in città, siedono Mauro Corona e il giornalista Davide Cantoni. Era uno degli incontri nel cartellone di oggi di Parolario. Ma quell'attimo strappato alla realtà dalla macchina fotografica è soprattutto un manifesto politico.
E ci dice senza possibilità di appello che la scelta di sacrificare negli angusti per quanto bellissimi spazi di Villa Gallia la più importante manifestazione culturale di Como, Parolario appunto, a favore della mostra "Ritratti di città" che ha "sequestrato" Villa Olmo dal 27 giugno al prossimo 16 novembre con gli esiti infelici che conosciamo (cliccando qui, l'ultimo clamoroso esempio) è stata un'assurdità. Direi anche un esempio di egoismo dell'assessore alla Cultura di Palazzo Cernezzi, Luigi Cavadini, che già aveva cambiato all'ultimo secondo il tradizionale calendario di Miniartextil per lo stesso motivo. Egoismo che, con quella foto, con quei due autori seduti in un giardino davanti a una folla incredibile che nessuna sala di Villa Gallia, nemmeno volendo, avrebbe mai potuto contenere, trova ora una prova visiva, evidente, concreta. E non basta sostenere che anche a Villa Olmo quella folla non ci sarebbe stata: il punto è che a Parolario sono stati ulteriormente ridotti gli spazi al posto che fare di tutto pur di valorizzare e facilitare la manifestazione. La questione è, appunto, di politica culturale. Assente.
Eppure, in Comune, nessuno si muove, tutto si accetta supinamente, non esiste un'obiezione a tante manifeste verità che sia una, si reiterano improvvisazione ed errori quasi per inerzia. Non è un peccato. E' una colpa politica, almeno restando ai grandi eventi. Ed è grave perché il tentativo - pur se anche involontario - di soffocare e ostacolare ogni germoglio sano della già non troppo frizzante vita culturale di Como è davvero imperdonabile.
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Forse molti sono entrati dalla passeggiata,passando hanno visto il movimento e il cancello aperto...Quello che succede a Villa Olmo non ha nulla a che vedere con questo avvenimento,ma vi immaginate se a Villa Olmo ci fossero gli autori dei dipinti in mostra?
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