sabato 23 agosto 2014

Writers, politici a confronto. Butti: "Il sindaco conceda i muri di casa sua". Ceruti: "Distinguere artisti e vandali"


I numeri non mentono: la partecipazione dei lettori sul tema dei writers, dopo l'imbrattamento della scalinata di San Giovanni appena ripulita dai volontari, nelle ultime ore è stata enorme e rabbiosa. Molti comaschi si sono letteralmente infuriati. Ma la politica di Como cosa dice? 

Se non stupisce che siano soprattutto i cittadini a esprimere di getto le proprie idee mentre gli amministratori devono da sempre ragionare su pesi, contrappesi, linee politiche e convenienze, due prese di posizione molto chiare (e civilissime) sono arrivate dal capogruppo di Fratelli d'Italia a Palazzo Cernezzi, Marco Butti, e dal capogruppo del Movimento 5 Stelle, Luca Ceruti. Due pianeti diversi, anche in questo caso, soprattutto sulla decisione presa dalla giunta di istituire un albo dei writers e concedere loro 12 muri di Como da dipingere.
Da un lato, Butti è per la tolleranza zero senza troppe distinzioni tra imbrattatori e potenziali artisti: "Via le bombolette dei writer - dice - Al sindaco noi diciamo che serve la tolleranza zero e che faccia dipingere i muri di casa sua piuttosto che quelli di una città in cui, se non vi fossero i volontari, le scritte occuperebbero ogni superficie. Mi sono opposto e lo farò ancora a questo albo della vergogna. Lucini e i suoi assessori e consiglieri farebbero meglio non lanciare più iniziative intrise di falso buonismo"


Radicalmente diversa, soprattutto in merito all'opportunità di concedere o meno i 12 muri ai writers, l'idea del "grillino" Ceruti.
"Proprio al netto dei vandalismi come quello sulla scalinata - sostiene il capogruppo dei Cinque Stelle in Comune - l'istituzione del registro e la definizione degli spazi appropriati servono per individuare e separare i vandali dai writers e per definire i luoghi fuori dai quali l'uso delle bombolette merita una punizione severa. La mozione presentata dal M5S chiedeva entrambe queste cose: maggiore severità ma anche individuazione degli spazi. Cantù porta più esempi di luoghi riqualificati, Milano anche. Più che pubblicare foto dei vandali, conviene aumentare i controlli e fare in modo che il Comune si costituisca parte civile per i risarcimenti".




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