Giornalismo indipendente non significa sensazionalismo fine a se stesso. Il caso del degrado in cui affonda da tempo Villa Geno, a Como, aiuta a dimostrarlo.
Ieri mattina ho realizzato un mini-reportage fotografico sullo stato dello storico immobile in fondo al viale, di proprietà del Comune. Quello che ho trovato lascia decisamente perplessi. La villa, infatti, risulta chiusa di diversi mesi, dopo lo sfratto imposto da Palazzo Cernezzi ai precedenti gestori per un presunto debito di 220mila euro (ora saranno giudici e avvocati a dire chi aveva e ha ragione).
Le procedure per riottenere Villa Geno iniziarono nel febbraio 2013 ma soltanto all'inizio del giugno scorso il Comune è materialmente rientrato in possesso del bene. I mesi senza anima viva in una delle più pregiate dimore pubbliche, però, sono ormai molti. E i segni di questo oblio sono evidenti: erbacce avvolgono i dintorni dell'immobile, la graziosa vetrinetta per i menù del ristorante è rotta e imbrattata, il cancelletto fasciato dalla recinzione di cantiere è stato in parte scostato e certamente qualcuno è entrato nel giardino sulla parte posteriore per vandalizzare la veranda, imbrattare con scritte nere il tendone, improvvisare salottini all'aperto e così via. Il solito campionario di inciviltà, che forse fa più male di altre volte vista la villa di cui si tratta e il luogo incantevole in cui è situata.
Detto questo, però, mi sento di dire che questo scotto - sebbene difficile da digerire a prima vista - si possa anche pagare in omaggio alla volontà dell'assessore al Patrimonio, Marcello Iantorno, di ridare una regolarità e una trasparenza inattaccabili alla gestione di bene di così alto valore. La strada è lunga (l'amministrazione ha appena dato un incarico da 4mila e 500 euro a un professionista per procedere con nuovo accatastamento, con la certificazione energetica e così via). Ma se aiuta a mettere radici per un futuro migliore, forse merita di essere percorsa.
L'amministrazione bruni (minuscolo) e Botta è responsabile di queste scelte, come per Villa Olmo. Lucini faccia di più, però...
RispondiEliminaL'importante è che si faccia e si faccia bene. Tutto maiuscolo.
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