Un prete di Como si è scagliato senza mezzi termini contro i "vip" e la mania dell'Ice Bucket Challenge, le secchiate d'acqua gelata in testa. Come saprete, quella che ora è una moda molto diffusa era nata in origine per due motivi: raccogliere fondi contro la Sclerosi laterale amiotrofica e, proprio tramite l'acqua gelata, far provare per un attimo a chiunque i sintomi della malattia stessa (freddo, intorpidimento, irrigidimenti).
Ebbene, avrete notato che moltissimi nomi noti hanno partecipato all'iniziativa (quantomeno per la parte spettacolare, sul versamento dei fondi è meno chiaro). A don Agostino Clerici, parroco di Ponzate, questa cosa non è piaciuta. E lo ha detto nel suo blog, parlando di "vip che non si smentiscono mai: se proprio devono fare del bene, lo si deve sapere, lo si deve vedere, li si deve incensare". E ancora - dopo aver premesso di stimare chiunque finanzi seriamente la lotta alla Sla - il sacerdote si domanda il nesso tra il fine benefico e il mezzo della sfida: "Cosa c'entra la buriana delle secchiate d'acqua gelata, con quella catena di vip che ne candidano un altro, proprio non lo capisco. Scene da avanspettacolo, con il solito vantaggio della menzione mediatica, che fa parlare di sé e li fa entrare, agli occhi della gente, nel libro dei buoni e generosi".
"Un bell'assegno - continua il parroco comasco - si può fare anche in silenzio, senza lavate di testa, magari telefonando all'amico vip e chiedendo anche a lui di fare la sua parte". Infine, ecco l'invito a non "sprecare un bene così prezioso (l'acqua, ndr) per inondare tante teste calde".
Ognuno, naturalmente, maturerà un suo giudizio sulle parole di don Agostino Clerici. Nel mio piccolo, posso solo aiutarvi a farvi un'idea sul dilemma pagliacciata/ottima iniziativa: in America, nei primi 20 giorni sono stati raccolti 51 milioni di dollari. In italia, oggi, l'Aisla ha comunicato via Twitter (e con chiara soddisfazione) che i fondi sono arrivati a 125mila euro. Pochi o tanti?
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