Dunque, secondo l'assessore al Commercio di Palazzo Cernezzi, Gisella Introzzi, il vigile urbano che il 22 agosto ha cacciato il pianista Paolo Zanarella da piazza Cavour ha fatto semplicemente bene il suo lavoro (a questo link l'ormai arcinota vicenda).
Tecnicamente, l'esponente della giunta Lucini non ha torto: l'artista non aveva il permesso per l'occupazione di suolo pubblico e, in questi casi, la permanenza di un artista di strada nello stesso punto è tollerata soltanto per 60 minuti. Poi il pianista o chi per esso deve cambiare necessariamente zona. Quindi, a conti fatti e a norma di regolamento, i comaschi e i turisti devono rassegnarsi: gli improvvisati molestatori di pifferi stonati e chitarre scordate sono perfettamente in regola perché ambulanti. Un pianista di fama internazionale no perché seduto in un punto fisso.
Dando per buono questo sacro rispetto della burocrazia a dispetto di ogni forma di logica, non vedo personalmente l'ora che l'assessore risponda alle domande poste tramite un'interrogazione dal consigliere comunale Marco Butti. Che, in sostanza, vuole una spiegazione nero su bianco a questa domanda: è vero che il Comune chiuderà sempre un occhio su venditori abusivi, zingari che sfruttano minori, asiatici con chincaglierie e musicisti privi di ogni potenziale artistico perché dotati di un passo veloce e continuerà a cacciare artisti bravi e di chiara fama leggermente più "pigri"?
Cliccando qui trovate l'interrogazione in formato integrale.
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