lunedì 4 agosto 2014

Grazie a voi ho scoperto la vera storia del cratere da 2 milioni e della villa demolita tra le proteste


I numeri non mentono (e, in questo caso, un po' sorprendono): il pezzo sul cratere vicino al Duomo che costa 2 milioni vi è piaciuto. Tantissimo. E questo vi ha indotto a darmi ulteriori informazioni sulla genesi di quel buco ora abbandonato a se stesso tra le vie Tommaso Grossi e Santo Garovaglio a due passi dal centro di Como.

E - facendo ammenda per non essermene ricordato direttamente - devo ringraziare Facebook in generale e due lettori del blog in particolare: Massimo Caronti e Guido Rovi (il sogno di ogni giornalista: i tuoi lettori che partecipano a creare le informazioni). Grazie ai suggerimenti, ho innanzitutto scoperto che dove ora c'è la spianata, un tempo c'era una villa chiamata "Titta Porta". In secondo luogo, mi è stato ricordato che, ai tempi dell'abbattimento, a Como venne organizzata una poderosa raccolta firme di persone contrarie, purtroppo senza esito. Infine, come vedete in alto, ora sono in grado di ricordarmi e farvi eventualmente ricordare quanto fosse semplice ed elegante la villa abbattuta in quel sito.


A questo punto, mi sento quasi in dovere di regalarvi l'ultima beffa. Spinto dal vostro interesse, sono tornato a curiosare sui dettagli dell'asta giudiziaria fissata fine anno, quando il cratere sarà messo in vendita dal Tribunale a causa del fallimento della ditta che avrebbe dovuto costruirvi la nuova palazzina multipiano. Ebbene, come in parte avevo anticipato, chiunque comprerà l'area avrà un ostacolo da superare e cioè il ricorso al Tar presentato dai residenti delle abitazioni vicine. Il punto, però, è che se la giustizia amministrativa darà ragione ai ricorrenti, in base alle norme del nuovo Piano di governo del territorio di Como, in quel luogo non sarà più possibile costruire come certifica l'ordinanza del Tribunale che allego.


Ma questo cosa significa? Che, magari, il quartiere potrà fregiarsi in futuro di uno spazio verde, nella migliore delle ipotesi. Ma che, nella peggiore, si dovranno aspettare anni prima che il contenzioso si risolva. Con una doppia prospettiva: tenersi quel buco incolto a lungo e poi, nel caso di vittoria dei residenti, aver assistito qualche anno fa alla demolizione di una villa che era un pezzetto della storia di Como sostanzialmente per nulla, visto che non si potrà costruire. 
In caso contrario, se a il ricorso al Tar si rivelerà perdente, allora chi avrà acquistato l'area potrà realizzare la famosa nuova palazzina. Ma i residenti saranno scontenti e in parte mazziati dal Tribunale. 
In conclusione, una bel pasticciaccio alla comasca.

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