E' vero, i margini erano pochi. I numeri d'altronde sono chiari: la maggioranza si chiama tale perché, salvo casi eccezionali o bonarie concessioni, ha sempre i numeri per approvare i provvedimenti proposti dalla giunta in consiglio comunale. Ma, al di là di questo dato tecnico ineludibile, con l'approvazione del bilancio 2014 nella notte appena trascorsa, il sindaco di Como, Mario Lucini, ha stravinto ancora una volta il confronto politico con "il resto del mondo".
Ora si potrà discutere (ma chi lo farà? Nessuno) se il bilancio più che tardivo (l'approvazione ad agosto è un unicum senza eguali) sia fatto bene o no, sia utile o no e via discorrendo. Ma - esattamente come avvenuto per le sedute sull'aumento dell'Irpef - la minoranza ora può giusto riguardarsi quei 3-4 titoli di giornale strappati nei giorni scorsi grazie a un inconcludente ostruzionismo e alle sedute tirate fino all'alba. Perché, in sostanza, i gruppi di minoranza (Forza Italia, Lega Nord, Nuovo Centrodestra, Fratelli d'Italia, Adesso Como, Lista Per Como, Movimento 5 stelle) a fine maratona stringono un pugno di mosche in mano, non hanno conseguito il benché minimo risultato politico o concreto e hanno finito per baloccarsi a beneficio dei cronisti con le brioches distribuite all'alba (croissant che, tra l'altro, hanno fatto più titolo delle ore faticose passate in aula, con effetto a mio avviso pure controproducente, avvalorando qualunquismi del tipo "è tutto un magna magna" letteralmente).
Ora si potrà discutere (ma chi lo farà? Nessuno) se il bilancio più che tardivo (l'approvazione ad agosto è un unicum senza eguali) sia fatto bene o no, sia utile o no e via discorrendo. Ma - esattamente come avvenuto per le sedute sull'aumento dell'Irpef - la minoranza ora può giusto riguardarsi quei 3-4 titoli di giornale strappati nei giorni scorsi grazie a un inconcludente ostruzionismo e alle sedute tirate fino all'alba. Perché, in sostanza, i gruppi di minoranza (Forza Italia, Lega Nord, Nuovo Centrodestra, Fratelli d'Italia, Adesso Como, Lista Per Como, Movimento 5 stelle) a fine maratona stringono un pugno di mosche in mano, non hanno conseguito il benché minimo risultato politico o concreto e hanno finito per baloccarsi a beneficio dei cronisti con le brioches distribuite all'alba (croissant che, tra l'altro, hanno fatto più titolo delle ore faticose passate in aula, con effetto a mio avviso pure controproducente, avvalorando qualunquismi del tipo "è tutto un magna magna" letteralmente).
E pensare che, al posto di lambiccarsi con emendamenti, subemendamenti e strategie da Risiko dei poveri per mostrarsi eroici all'alba del giorno dopo, gli oppositori della giunta avrebbero potuto pescare a piene mani su molti temi sentitissimi dalla gente: cito soltanto il caos sulla raccolta differenziata per brevità (evito la Ztl, ma mi domando: il referendum del "popolo dei lumini" che fine ha fatto? Sparito?).
Insomma, ancora una volta, Lucini, pur portando spesso a un limite pericoloso il concetto "decido io-è così-punto", come gli è stato ricordato anche da qualche consigliere amico, ha fatto bottino pieno. E come noto, alla fine chi vince ha sempre ragione.
Ne consegue, in conclusione, che se questa è oggi l'opposizione, la strada per pensare a un ribaltone a Palazzo Cernezzi con le prossime elezioni è lunga. Lunghissima.
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