domenica 3 agosto 2014

Azzurre ma poco chiare: Legambiente boccia le acque del Lario (ma premia Bellagio)


Dopo oltre un mese di viaggio si è conclusa la nona edizione della Goletta dei Laghi, la campagna nazionale di Legambiente realizzata con il contributo del Consorzio Obbligatorio Oli Usati e di Novamont per la salvaguardia dei bacini lacustri italiani. Ieri l'associazione ambientalista ha diffuso il report definitivo che parla di 19 punti campionati, 13 punti definiti critici (di cui 4 inquinanti e 9 fortemente inquinati):

Lungo l'itinerario, la Goletta ha acceso i riflettori su molti dei problemi che minacciano i bacini e le acque interne: dalla cementificazione delle coste, in particolare sull’Iseo e sul Garda, ai progetti turistici molto impattanti come la possibile realizzazione del comprensorio sciistico più grande del Sud Italia sui laghi Arvo e Cecita in Calabria. E ancora: l’impatto delle attività industriali e agricole, quest'ultimo aspetto giudicato rilevante proprio sul Lago di Como (ma non a Bellagio, che grazie alla tutela delle biodiversità del lago, allo sviluppo del turismo sostenibile, al rilancio dell'economia e al rispetto degli equilibri naturali ha ottenuto il riconoscimento massimo, ovvero le 5 Vele, assieme ad altre cinque località lacustri italiane).

Al di là della singola medaglia, però, tra le brutte notizie Legambiente include lo stato di salute complessivo del Lario bocciato dai tecnici del laboratorio mobile assieme a Iseo, Lario, Lago di Varese, Maggiore e Garda. Spesso è stata riscontrata una una concentrazione di batteri fecali superiore alla norma.


Imputati principali delle situazioni di inquinamento si confermano le foci dei corsi d'acqua che raccolgono reflui nell'entroterra, oltre agli scarichi diretti a lago, in un quadro generale afflitto troppo spesso dall'ina-deguatezza dei sistemi fognari e depurativi. In generale, i parametri indagati sono stati di tipo microbiologico (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia, e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori.

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