martedì 23 settembre 2014

"Amministratori miopi e ingrati: accogliamo i turisti con l'alambicco e dimentichiamo Volta"


Ripropongo questo articolo pubblicato originariamente il 16 settembre scorso perché la foto scattata oggi all'uscita della A9 e inviatami dall'architetto Roberto Colombo sulle penose condizioni della zona, tra piante rampicanti che avvolgono i cartelli stradali, cespugli selvaggi e incuria sovrana, rilanciano con forza il tema generale - alambicco a parte - dell'accoglienza che offre Como ai turisti. Degrado a volontà e nessun segno di riconoscenza ad Alessandro Volta. Come sosteneva 7 giorni fa l'ex preside del Liceo Volta, Bruno Saladino.

"C'è chi annuncia di essere la città del peperoncino, del torrone, del camembert. A Como accogliamo i turisti con un alambicco della birra e non c'è traccia di Alessandro Volta".

A esprimersi così è Bruno Saladino, storico presidente del Liceo Classico Alessandro Volta (guarda caso), ex consigliere Pd e molte altre "cose" in ambito culturale e politico. Saladino coglie al volo l'apertura del dibattito sul monumento di Libeskind dedicato all'inventore della pila, opera che con arguzia arriva a definire quasi "una vendetta nei confronti degli amministratori di Como" e che affianca alle "energiche scosse all'ordine costuito" che provocarono, ai tempi, gli altri monumenti razionalisti eretti in città.
Poi, però, il cuore della riflessione è rivolto al rammarico per come la città natale di Volta ignori il suo figlio illustre. "Nel mondo i luoghi si preannunciano al pellegrino, al viandante, al turista, al viaggiatori, al semplice passante con insegne, cartelloni, pannelli elettronici, manifesti - dice Saladino - Mentre viaggiamo nelle strade d'Europa ci viene detto che stiamo per giungere alla città del peperoncino, del torrone, della mortadella, del camembert o alla sagra degli asparagi, alle cantine del Sauvignon o al luogo natale di Cervantes, di Balzac, di Hegel o di Pinco Pallo. Quest'ultima consuetudine è al tempo stesso un segno di gratitudine di una comunità nei confronti dei suoi figli più illustri e un invito a chi vi arriva a visitarne i luogi, i musei ecc".

A Como - e qui Saladino esprime un misto di riprovazione e rammarico - tutto questo non accade. 
"Como avrebbe da preannunciare di essere la città natale di Alessandro Volta! - esclama l'ex presidente del Classico - Non c'è luogo al mondo che non ne sarebbe fiero! Como potrebbe pure informare di essere la città della seta, non certo della birra come fa l'alambicco di Lazzago! La miopia e l'ingratitudine dei suoi amministratori - prosegue Bruno Saladino - a fianco di un incredibile ginepraio di burocrazie, scaricabarile, frammentazione delle competenze, ha impedito negli ultimi anni, nonostante le donchisciottesche sollecitazioni di qualche volenteroso nelle sedi più varie, di apporre alle porte della città la scritta Como città natale di Alessandro Volta".

La riflessione - come già riportato - poi torna al tema del monumento di Libeskind sulla diga foranea. Ma intanto il sasso è lanciato. 

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