venerdì 26 settembre 2014

Il no dell'Ordine degli ingegneri: "Opera di Libeskind frettolosa e calata dall'alto, si rischia il mostro"


Nel giorno in cui Daniel Libeskind esonda metaforicamente in città con una lunga serie di interviste a siti, giornali e telegiornali per spiegare il suo monumento e la relativa collocazione sulla diga foranea, una nuova clamorosa presa di posizione scuote il dibattito locale.
L'Ordine degli ingegneri ha infatti diffuso una nota durissima nella quale si parla a lungo di questo "eccezionale evento" (notare le virgolette riportate testualmente, ndr). Senza "voler intervenire sull'opera in sé o sul suo autore", i professionisti affrontano "la metodologia seguita e i presupposti attraverso i quali si intende disporre degli spazi pubblici e dei beni collettivi".
In particolare l'Ordine segnala "la necessità di un progetto nella sua accezione più completa, affidabile ed esaustiva", evidentemente non ritenendo sufficienti i rendering diffusi finora; poi si invoca "l'analisi di eventuali alternative"; e in ultimo si auspicano "il confronto e la condivisione con la città".
Gli ingegneri aggiungono che "finora nessuno di questi punti sembra sia stato affrontato con il dovuto approfondimento, pare infatti che esista la volontà di sfruttare l'occasione Expo solo per poter adottare strumenti speciali che in altri casi non si potrebbero impiegare. Ma mentre Expo è pianificato da tempo, questa iniziativa viene presentata all'ultimo momento in un contesto privo di qualche schema di riferimento o progetto della città più in generale e/o di una pianificazione che dir si voglia".

L'Ordine va oltre con una frase pesantissima, che evoca il muro sul lungolago per le paratie: "Già in passato si è voluto approfittare di varie occasioni, ma ci risulta che la fretta abbia poi generato dei mostri. E anche oggi l'apparente gratuità non legittima alcunché".
"La domanda che ora ci dobbiamo porre è se questa struttura, che ha il sapore della scelta dell'ultimo minuto non condivisa dai più e ancora una volta calata dall'alto, legittimi l'occupazione a tempo indeterminato di un luogo pubblico senza una valutazione che possa dimostrare l'aumento di valore del bene pubblico principale che è il paesaggio".
E non è finita. Gli ingegneri comaschi sembrano davvero furiosi: "In assenza di un progetto paesistico e ambientale complessivo - si legge nella nota ufficiale - in assenza della condivisione con la maggioranza dei cittadini e in assenza di un concorso pubblico, riteniamo che non si possa occupare uno spazio così rappresentativo, significativo e simbolico della città di Como".

Inevitabile la conclusione, dopo queste premesse: "Il paesaggio a lago di nulla ha bisogno se non di essere liberato al più presto dalle paratie e da qualunque altro manufatto, per ridare al cittadino uno spazio libero e aperto in cui la vista possa vagare". E comunque, pur di non mantenere per sempre l'opera sulla diga, gli ingegneri propongono che "si smonti tutto alla fine di Expo, restituendo questo paesaggio alla sua nuda bellezza e individuando una degna collocazione alternativa in una delle dimenticate periferie da riqualificare  oppure quale degno benvenuto alla città di Como, all'uscita dell'autostrada. Dopotutto, anche la fontana di Radice ha fatto i suoi bei viaggi prima di trovare la sua attuale collocazione".



3 commenti:

  1. https://www.google.com/search?q=monument+in+tehran+iran&biw=1024&bih=643&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ei=_cQlVOWyCYXiywOnzoGwCg&ved=0CCoQsAQ MA QUESTI COMO LA VOGLIONO COSI' !!!??? STANNO VERAMENTE IMPAZZENDO...

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  2. Forse sarebbe il caso di abolire gli Ordini, almeno la finirebbero di cercare di bloccare qualsiasi cosa in nome del loro immobilismo...e basta !!!!

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    1. IO invece farei un bel TSO a chi ha certe idee balzane di rovinare un paesaggio che come scrivono in tutto il mondo non ha eguali...Hanno tentato con un muro e adesso tentano con questo obbrobrio...Ma ha provato a vedere se scorge la diga dai giardini a lago ? O dovremo spostare tutti i battelli ormeggiati per vedere l' obbrobrio.

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