sabato 20 settembre 2014

Un anno e mezzo di ritardo, 200mila euro in più, annunci a raffica: il calvario del Mercato Coperto


Non fa scalpore come l'ex Ticosa o il cantiere per le paratie. Ma anche il rifacimento del Mercato Coperto di Como tra le vie Sirtori e Mentana è, nel suo "piccolo", un classico esempio di cantiere pubblico-calvario.
I lavori vennero aggiudicati dal Comune di Como nel 2011 per un importo di un milione e 200mila euro (su un totale messo in gara di 1,7, ribasso del 23%) a un raggruppamento di imprese. Il nuovo padiglione grossisti (foto sotto, un rendering e le sembianze attuali) sarebbe dovuto essere operativo dal settembre 2013. Nel frattempo, però, è successo di tutto.


Innanzitutto, una delle tre imprese che costituiva il gruppo di aziende che ottenne l'appalto ha lasciato per guai finanziari. Ne è nata dunque una lunga contrattazione tra le imprese "sopravvissute" e Palazzo Cernezzi per capire se i lavori sarebbero potuti ugualmente andare avanti. Dopo mesi, la risposta finale è stata sì. Ma nel frattempo è emersa la necessità di una lunga serie di opere ulteriori per ultimare i lavori, tutte non previste inizialmente. Il che, naturalmente, ha avuto un costo per le casse pubbliche: 200mila euro in più, finanziati con le somme rimaste a disposizione di Palazzo Cernezzi grazie al ribasso con cui è stato assegnato il cantiere. Ma, comunque, una cifra da considerarsi esborso non previsto.

Ora i lavori sono ripresi ma come potete dedurre dalle immagini, non sembrano ancora propriamente vicini alla conclusione. E quanto tempo servirà ancora è un mistero. Di fatto, qualche mese almeno. Il che vorrà dire che - ad andar bene - un cantiere da un milione e 200mila euro - non proprio un nuovo Colosseo - ipotizzando la fine dei lavori per l'inizio del 2015, sarà durato qualcosa come due anni mezzo, 30 mesi. Poi, forse, si vedrà finalmente il nuovo padiglione grossisti con 18 nuovi punti vendita, spazi ludici e altro ancora. Strutture che - almeno a livello di annunci - sono già state presentate alla stampa da almeno 3 assessori differente e almeno una mezza dozzina di volte.


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