lunedì 22 settembre 2014

Il monumento di Libeskind è subito un caso politico. Paco-Sel: "Valutare collocazioni diverse dalla diga"


Il monumento di Libeskind, appena svelato, è già un clamoroso caso politico per la giunta Lucini e la maggioranza comunale di centrosinistra.

A chiedere che la cittadinanza venga attivamente coinvolta sulla decisione di collocare (o no) l'opera donata dall'architetto tramite gli Amici di Como è Paco-Sel, che esprime nell'esecutivo l'assessore Bruno Magatti e in aula i consiglieri Luigino Nessi e Vincenzo Sapere. 
In un comunicato ufficiale, infatti, il movimento parla di "preoccupazioni di metodo, prima che di merito" in relazione al tema della collocazione dell'opera - alta 16 metri - al centro della diga foranea. "Il fatto che il Comune non abbia in carico per il momento il costo dell'opera - si legge nella nota - non può far sottovalutare il fatto che la veduta del lago è un bene di tutti, comaschi e visitatori, e che quindi l'ultima parola sulla sua opportunità e sul suo impatto tocchi alla collettività e non possa essere affidato a soggetti privati (gli Amici di Como, ndr)".

Paco Sel - che esprime preoccupazione sugli eventuali costi pubblici per la manutenzione del monumento - afferma che "prima di acconsentire alla collocazione dell'opera si debba prestare ancora maggiore attenzione, dare spazio alla riflessione e alla discussione pubblica, valutare attentamente se e come far realizzare un intervento che cambierebbe permanentemente l'aspetto del luogo simbolo della città". Da qui, infine, l'appello a "un confronto e un coinvolgimento della città che consideri anche la possibilità della collocazione dell'opera in un'altra sede in cui possa essere valorizzata e contemporaneamente valorizzare il contesto".


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