domenica 28 settembre 2014

Libeskind, Comozero ospita la lettera della Voce del vento: "Palloncini e silenzio per dire no a un sopruso"


Ogni tanto mi capita di dirlo: questo spazio è nato per ospitare interventi come questo. Nel caso specifico, quello della Voce del vento. Artificio artistico, naturalmente. Che cela una persona probabilmente già conosciuta e incontrata da molti di voi a Como.

Ma poco importa: rivelare o meno un'identità - peraltro nemmeno così misteriosa - non è primario in questo infinito dibattito sull'opera di Daniel Libeskind e sulla sua possibile collocazione sulla diga foranea. Quello che conta è avere una spiegazione di prima mano di ciò che alcuni di voi, circa 48 ore fa, avranno notato proprio sul punto in cui dovrebbe trovare spazio il nuovo monumento. Ovvero quei misteriosi palloncini bianchi, ognuno recante una lettera nera, e tutti legati all'antica ringhiera per affidare al vento e alla città un messaggio: "Non qui". Una chiara presa di posizione che l'autore - o forse uno degli autori - ci spiega in prima persona.
Ecco la lettera integrale.

"Parte tutto dal luogo. Quel posto è magnetico, è l'unica terrazza circondata da acqua della città. E' silenzioso. E' romantico. E' lento. Ogni volta che sono andato ci ho incontrato una volta una signora con la nipotina, poi un pensionato che pescava, e un'altra volta una coppia di sedicenni abbracciati che parlavano. Lì, sei al centro di tutto ma ti senti appartato. Magico. In quello spazio, proprio perchè non c'è niente, non manca nulla.

Ecco, questa analisi non credo sia stata il punto di partenza del pensiero di Libeskind.


L'idea dei palloncini è stata contrapporre l'"istallazione" al "monumento", puntando sugli aspetti opposti che li caratterizzano.

Provvisorietà contro Permanenza, Movimento contro Staticità, Semplicità contro Complessità, Piccolezza contro Monumentalità, Leggerezza contro Pesantezza.
L'altra mattina, quando sono andato a fare le foto, c'era un pescatore e un forte vento. Il palloncino non permetteva al pescatore di mettere la canna nel posto che considerava migliore, in più col vento il palloncino gli andava continuamente in faccia.
Invece di romperlo o farlo volare via, ha preso il cordino, lo ha avvolto su se stesso e lo ha annodato sulla ringhiera, cosi che non potesse più muoversi come prima e lui potesse continuare a pescare.
Rispetto contro Sopruso".

Ps: forse, adesso, chi sostiene che il dibattito sul monumento di Libeskind nasce soltanto da un rozzo "no a priori" dei comaschi provinciali, stasera avrà uno spunto per meditare. O, quantomeno, ce l'ho io che un'idea definitiva ancora non ce l'ho.

3 commenti:

  1. Daniel Libeskind nell'intervista di sabato 27 settembre 2014 afferma che:
    “ l'arte non è un fatto assembleare e i capolavori non li decide un comitato,”
    Se questo è vero, non li decide neanche il fautore delle proprie opere!
    L'Archistar parla di futuro e si riferisce al fatto che:
    “il Duomo di Firenze o quello di Como non siano state frutto di decisioni collettive, così come la Casa del Fascio”. Non dimentichiamogli che in questi periodi storici citati non c'era la DEMOCRAZIA; oggi ce l'abbiamo.

    NON RIEMPIAMOCI la bocca della parola FUTURO senza dargli un significato, vi prego..
    Il “futuro” è solo un' invenzione temporale ed è il momento che arriva dopo il “presente”.
    Il “futuro” ,per avere un senso REALE, deve avere una QUALITA'!!

    PARLIAMO DI “ futuro” come PROGRESSO.
    CHE COS'E' IL PROGRESSO?
    “È il processo di avanzamento e di sviluppo delle discipline e delle condizioni umane”.
    IL PROGRESSO è MIGLIORAMENTO!!!
    Non si tratta di essere
    AVANGUARDISTI O PROTEZIONISTI,
    APERTI O PROVINCIALI,
    INNOVATORI O CONSERVATORI.

    Si tratta di ESSERE PORTATORI DI UN “FUTURO” CHE SIA MIGLIORE DEL “PASSATO”.
    Rispetto del luogo, rispetto di chi ha costruito prima di noi, rispetto delle tradizioni e del vivere.
    E' questo il “Futuro”! Il “Futuro” è RISPETTO di chi E' STATO, con la salvaguardia di CHI VERRA'!

    IL “FUTURO” NON E' FARE UNO STRANO OGGETTO NEL POSTO DI MAGGIOR IMPATTO PAESAGGISTICO DI UN LUOGO, tanto per far fare “Wow!” alla gente che visiterà Como, come ha fatto la Sig.ra Libeskind quando ha visto il progetto.

    L'architettura Italiana è un'architettura di eventi passati, di vita presente e di sogni futuri, di scelte difficili e sensibili, NON di “lustrini”, di copertine di giornale, di attrattive alla Disneyland, di architetture vuote o di immagini. Non ci vuole “una passeggiata con gli amici e un po' di ispirazione” per inserire un progetto in mezzo all'acqua di un lago vivo prima dei tempi di Roma Antica!

    L'ITALIA è un paese ricco di SOSTANZA... Sostanza che abbiamo il DOVERE di conservare, perchè nessun paese ne ha quanta ne possediamo noi. E' questa la nostra ricchezza!!!!!!

    E, se come dice l'Archistar, “abbiamo il Paese più bello del mondo”, è perchè c'è una sedimentazione temporale unica qui, che non può essere SPAZZATA via per logiche commerciali, anche se queste logiche hanno le migliori intenzioni.

    CREDO CHE ABBIAMO IL DIRITTO DI SCEGLIERE COME VOGLIAMO IL NOSTRO “FUTURO” A COMO.

    L.G.

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  2. Ci sarà da ridere: le opere e i soldi non basteranno sicuramente per adeguare il "tondello"... e secondo me avremo presto un'altra parte della città off limits.

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  3. ma poi, sinceramente, si può veramente dire che questo "monumento" sia bello? io no lo so. è un segno astratto, una linea. non è stato nemmeno realizzato, cioè non esiste fisicamente. non possiamo vederlo e giudicarlo. le simulazioni sono veritiere? il terminale della diga è uno spazio reale, ti permette un momento sosta, un'apertura al paesaggio che in altre aree non è possibile. certo non è in ottime condizioni, le panchine sono inadatte e male posizionate, ma serve veramente una scultura al centro? può essere interessante l'ampliamento del basamento come a creare una piazza nel lago, ma il resto? sinceramente avrebbe avuto più senso un concorso di idee, ma d'altra parte Expo incombe...

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