Tra un appuntamento alla Scala e la lotta con una bottiglietta d'acqua calda, ho parlato direttamente con Vittorio Sgarbi (al corrente, mentre si occupa di tutt'altro per alcuni secondi iniziali, del fatto che io stessi registrando). Ebbene della telefonata che vi offro in versione integrale (basta cliccare la freccia bianca nel tondo arancione) io posso soltanto fare un sunto in alcuni punti.
Sul confronto tra l'assessore alla Cultura di oggi, Luigi Cavadini, e il suo predecessore e (ex) pupillo, Sergio Gaddi, il critico d'arte sta nettamente con il primo (di cui elogia ancora con grande convinzione la mostra in corso a Villa Olmo, fatta eccezione per il titolo, e per il quale propone un'esposizione sugli astrattisti per il 2015). Poi definisce Gaddi "ottimo promotore ed esperto di marketing ma piuttosto modesto, anzi astratto, nel rapporto con la città". Ad ogni modo, poi il critico suggerisce una potenziale alleanza tra due modi di vedere le mostre a Como.
Infine - io mi dissocio formalmente e l'ho fatto anche al telefono, come potete sentire - Sgarbi parla della torre di Libeskind in arrivo sulla diga foranea tramite donazione degli "Amici di Como". Ebbene, il critico ne parla come di una iattura, per la quale la giunta di Mario Lucini rischia di perdere le prossime elezioni come accadde al centrodestra a causa del muro sul lungolago.
Buon ascolto.
Vittorio SGaddi.
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