Praticamente, accadrebbe questo. A Como, l'11, 12 e 13 settembre si terrà un evento decisamente frizzante per la stantìa Como. Fin troppo per il Comune - e segnatamente per l'assessorato alla Cultura - che pare abbia negato logo e patrocinio alla manifestazione dopo averli garantiti e spediti materialmente.
A suscitare scandali e retromarce è il Como Lake Burlesque Festival, una grande kermesse dedicata all'arte del Burlesque, dello spogliarello vintage. Cioè inteso come arte soft e raffinata della seduzione, senza alcuna volgarità. La serata inaugurale del festival si terrà al Lido di Villa Olmo, in un trionfo di surf-rock, abiti e costumi da bagno rigorosamente retrò. Molte, poi, le altre location diffuse per la città che ospiteranno le iniziative che compongono il cartellone del festival. Numerose, inoltre, le star del genere, tra le quali Peggy de Lune, Dixie Ramone, Scarlett Martini (foto sotto) ed Hélène Philips del Burlesque Bible Magazine.
Ma presenze illustri saranno anche quelle di Barbara Minghetti, presidente dell'As.li.co del Teatro Sociale e quella dell'ormai celebre attore comasco Stefano Annoni, reduce dall'enorme successo del tour teatrale di "La scena" assieme a Maria Amelia Monti e Angela Finocchiaro e presentatore della gara vera e propria.
Fin qui dunque tutto bene. Il problema è che, nei giorni scorsi, i promotori del festival sembra avessero chiesto e ottenuto la garanzia dal Comune di Como del patrocinio ufficiale all'evento, con tanto di stemma municipale da affiggere sulle locandine. Cosa, questa, che in effetti è accaduta, come dimostra l'immagine in alto (il logo è nella striscia bianca, al centro, in mezzo ad altri supporters).
Tra qualche ora, però, quello stemma potrebbe essere offuscato e oscurato dai manifesti a opera della stessa organizzazione dell'evento, poiché - non è ancora ben chiaro per quale motivo - a dispetto dell'invio già avvenuto del materiale ufficiale, ora da Palazzo Cernezzi è arrivato il no a qualunque ipotesi di patrocinio all'evento burlesque. Forse, troppo piccante il contenuto delle serate. O forse i motivi sono altri, quasi certamente il fatto che gli eventi siano a pagamento. Fatto sta che, in questo momento, ai promotori e ai partecipanti del festival - che definire basiti dal dietrofront di Palazzo Cernezzi è dire poco - non resta altro che cancellare in qualche modo lo stemma del Comune dalle locandine già stampate. Oppure, mandarle tutte (e pare non siano poche) al macero.
Una burla. Anzi no, burlesque.
Qui c'è lo zampino [zampone] dell'area cattolica del PD...
RispondiEliminano.... dei frocetti del PD!!!!!!
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