La mostra di Villa Olmo, "Ritratti di città" non riesce a spiccare il volo (10.300 visitatori dal 28 giugno a oggi, 161 al giorno di media). Ma riguardo al tema della debole promozione e del marketing inesistente dell'evento, vi offro un interessante retroscena. Cioè quando il Comune di Como disse no al progetto proposto da un'azienda privata per realizzare una sorta di "Fuorisalone/Fuorimostra" dedicato all'evento e sostanzialmente gratuito per le casse pubbliche.
La società milanese, Bestlocation - non proprio i primi avventurieri, avendo avuto come clienti Bmw, Bauli, Colmar, Telecom, Lufthansa, Sony e altri - aveva proposto a Palazzo Cernezzi quanto segue.
Cioè poter posizionare alcuni dei loro "container" in metallo e vetro - vere e proprie vetrine affacciate su vie e piazze - in un percorso ideale dal centro storico alla sede della mostra. Questo, come scrive nella lettera inviata in Comune il rappresentate di Bestlocation, Marco Dazzo, che ha steso il progetto assieme a Emporio delle Parole, agenzia comasca autrice dei video dell'inaugurazione (che sul sito della mostra, però, non ci sono), per "fondere cultura, valori dell'associazionismo e valori commerciali" in spazi riparati, luminosi e nelle quali - tramite opportuni accordi valutati dall'amministrazione - "molte delle associazioni cittadine siano coinvolte direttamente" con eventi ed animazioni.
Curioso il suggerimento di interessare le società sportive di Como, con l'idea proposta per la Canottieri Lario che, nel punto finale del percorso, avrebbe ipoteticamente potuto proporre di arrivare a Villa Olmo in canoa. E poi, ecco l'elenco delle attività proposte nelle strutture di vetro e metallo: show di cucina gestiti dai ristoranti con la Scuola alberghiera del "Casnati", reinterpretazione di alcune opere della mostra con i ragazzi dell'Accademia Galli, coinvolgimento del Teatro Sociale. Suggerimenti, non pacchetti preconfezionati. E sempre d'intesa con il Comune.
Sul fronte del marketing, venivano ipotizzati "foulard o piccoli ascot di seta (magari disegnato dai ragazzi del Setificio) distribuiti nei negozi e valevoli per una scontistica speciale" o convenzioni secondo le quali il ticket della mostra sarebbe potuto valere sconti in locali e ristoranti (tenuti, però, ad avere tutto il materiale di "Ritratti di città").
Cito ancora il suggerimento sul fronte alberghiero, con l'ipotesi che 2 soggiorni in un hotel della città potessero valere un ingresso omaggio, ma non vado oltre perché il senso della proposta mi pare chiaro.
Il ritorno dei privati? In termini immediati, un possibile abbuono dei canoni di occupazione del suolo pubblico. Immagino, poi, che con chi fosse stato interessato a utilizzare gli spazi messi a disposizione, la società avrebbe valutato costi e introiti.
Risultato di tutto questo? Nulla. Agli atti risulta solo la risposta negativa con cui Palazzo Cernezzi ha cestinato la proposta. Su cui chiunque potrà avere un'idea favorevole, contraria o dubbiosa. Ma cosa sono oggi la promozione della mostra e il coinvolgimento di Como e dei comaschi è sotto gli occhi di tutti.
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