Sta capitando ancora. Parolario è di nuovo ferita.
Dopo le 600 persone costrette ad assistere all'incontro con Mauro Corona sul prato a causa della sala troppo piccola (foto sotto), Villa Gallia, ancora una volta, sta dimostrando la sua clamorosa inadeguatezza ad accogliere il pubblico degli eventi clou di Parolario. Mentre scrivo, decine di persone sono rimaste fuori dalla sala dell'evento in corso, molte in piedi, alcuni fortunatissimi seduti davanti a un micro-maxi-schermo.
Non credo serva aggiungere altro a questa situazione incredibile e a questo trattamento riservato dal Comune di Como - che ha imposto il trasloco da Villa Olmo agli organizzatori per ospitare la mostra da 161 persone al giorno a Villa Ollmo - alla più importante manifestazione culturale della città. Con il pubblico assetato di sapere che diventa trasposizione composta ed elegante della fiera zootecnica al parcheggio dell'Ippocastano.
Un consigliere comunale, Marco Butti (Fdi), ha chiesto le dimissioni dell'assessore alla Cultura, Luigi Cavadini. Oggi annoto che il capogruppo della Lista per Como, Mario Molteni, bolla come "una vergogna la mancanza di programmazione del settore da parte della giunta". Io mi limito a ricordare che forse qualcuno sarebbe rimasto fuori anche a Villa Olmo, la cui sala principale comunque contiene il doppio delle persone. E aggiungo che nel 2014, un'amministrazione potrebbe anche trovare quei pochi euro per allestire una sala-tv nelle sale interne di un edificio. Magari con sedie sufficienti.
Se trovate parole, lasciatele pure. Facendovi questa domanda: e se stasera avesse piovuto?
Ci si chiede dove fosse Lele Caso nei dieci anni in cui Parolario viveva strizzato nel capannone in piazza Cavour, facendo lo stesso numero di visitatori, se non di più. Nessuna critica allora, forse perchè la giunta aveva un altro colore, oppure perchè il suddetto Caso ha scoperto i libri proprio ora? Chissà....
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