sabato 6 settembre 2014

Waiting for Zara a Como: Spallino "abbuona" i parcheggi alle grandi catene commerciali


La cosa è passata un po' sottotraccia, ma in realtà lunedì sera in consiglio comunale a Como si discuterà uno dei provvedimenti più importanti proposti dall'assessore all'Urbanistica, Lorenzo Spallino.

Nel contesto meramente tecnico di una delibera per la correzioni di piccoli errori contenuti nel nuovo Piano di governo del territorio, infatti, l'aula sarà chiamata a votare un provvedimento che - in teoria per quanto riguarda i nomi che citerò, in pratica per gli effetti - potrebbe letteralmente spalancare le porte della città murata a marchi quali "Zara", "H&M" e grandi catene simili. 

Questo perché la proposta di Spallino contiene la cancellazione della norma che imponeva alla media distribuzione (superficie fino a 2.500 metri quadrati, ndr) la realizzazione di posti auto a uso pubblico in misura pari al 50% della superficie di vendita (fate le proporzioni con la cifra che ho scritto sopra e capirete). Un vincolo che nei corridoi dell'urbanistica comasca viene ritenuto come una delle principali cause del mancato sbarco a Como delle grandi catene tipiche dei centri di altre città.

Certo, un paradosso esiste: la giunta ha già cancellato centinaia di posti auto gratuiti ed esteso la Ztl, ora garantisce il potenziale arrivo in centro di negozi attrattori di discrete folle. Eppure, uno sblocco di questa portata era forse necessario per il rilancio economico-attrattivo della città murata (e, peraltro, gli stessi negozi già presenti potrebbero sfruttare i nuovi benefici).

L'assessore Spallino, comunque, motiva così la scelta di campo: "Le caratteristiche del nostro centro storico hanno reso questa norma impossibile da superare e hanno allontanato così la possibilità di avere negozi di media distribuzione come richiedono i grandi marchi. Era un'incongruenza che andava modificata, tanto più che in questo modo il Comune potrà monetizzare (la mancata realizzazione dei posti auto, ndr)".
Insomma, due verità una accanto all'altra: la politica di liberalizzazione economico-urbanistica del Comune e (forse) qualche naso arricciato tra i "piccoli negozi" che potrebbero avere qualche grosso e scomodo concorrenti in più alla porta affianco entro breve.
La parola, o meglio il voto, ora passa alla maggioranza del consiglio comunale (che dovranno "scovare" questo punto nel mezzo di una delibera nata per un'altra serie di cose).
Vedremo.


1 commento:

  1. Bene così: è ora che anche questa città di piccoli bottegai provincialie ed esosi, che fanno cartello, abbassino i propri esorbitanti e irragionevoli prezzi (stante la qualità della merce).

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