domenica 12 ottobre 2014

Bizzozero ribalta il teorema Libeskind che infiamma Como: no a nuovi monumenti, ma riappropriazione dell'edificio simbolo per Expo. Interessante


Avrete intuito che non sono tenero nei confronti del sindaco di Cantù, Claudio Bizzozero, specialmente perché proclamandosi lui come un'alternativa radicale ai partiti, questa differenza va analizzata e valutata con enorme attenzione.
Ma l'indipendenza di questo spazio sta anche nel valutare caso per caso ogni proposta, e l'iniziativa che lancia oggi è un misto di coraggio, linea politica chiara (ancorché contestabile) e provocazione intellettuale che ritengo vada sottolineata. Anche perché rappresenta un'idea perfettamente contrapposta a quella che sta facendo discutere Como: al posto di installare sulla realtà esistente un monumento nuovo, Bizzozero propone di includere nel patrimonio pubblico e riportare all'antico splendore il Castello dei Pietrasanta che si affaccia su piazza Garibaldi. Ovvero, il simbolo stesso di Cantù (a oggi privato, ma che nelle intenzioni del sindaco dovrebbe diventare comunale, magari sede de Museo Civico ed emblema della città per Expo).

Lo spunto - siamo sinceri, ma lo è anche Bizzozero: ben difficilmente realizzabile, soprattutto per quanto riguarda l'acquisto da parte del Comune in questi tempi di magra - è davvero interessante in sé. Perchè, e torniamo al parallelo con ciò che sta facendo la giunta Lucini con Libeskind, Bizzozero ribalta completamente il rapporto con il privato che invece si sta dipanando a Como. Al posto che accogliere (un po' supinamente) una donazione (chiamiamola così) da parte di un'associazione per valorizzare un luogo storico (la diga), a Cantù si punta a far diventare la città stessa simbolo del suo orgoglio, nuovo e antico, provando a integrare nel patrimonio pubblico uno dei suoi edifici più simbolici e identitari. Non credo ce la farà (e sinceramente, come lo stesso primo cittadino ammette, non sono nemmeno sicuro che in tempi di casse pubbliche vuote un'amministrazione possa permettersi "lussi" simili) ma questo spunto è culturalmente e anche politicamente interessante, oltre a rappresentare davvero un contrappunto perfetto all'operazione Libeskind di Como.

Qui sotto, l'intervento integrale del sindaco.

"Il cuore della città, l'antico castello dei Pietrasanta, versa da decenni in condizioni di degrado davvero penose.
Molti imputano la responsabilità all'attuale proprietario, Cesare Airaghi.
In realtà Airaghi, per più di 15 anni, ha tentato di avere dal Comune l'autorizzazione al recupero dell'area (nel rispetto, ovviamente, dei vincoli storici ed architettonici) in tempi in cui (diversamente dagli attuali) quell'area era assai ghiotta dal punto di vista immobiliare.
Dalle precedenti amministrazioni ha però sempre e solo ricevuto porte chiuse in faccia (come lui stesso potrà confermare), anche in momenti in cui il recupero sarebbe stato davvero economicamente conveniente perchè il mercato immobiliare andava a mille.
Subito dopo la nostra vittoria elettorale, io ho personalmente invitato il signor Airaghi ad un incontro in Comune per verificare le sue intenzioni e pianificare il da farsi.
Da subito ci siamo impegnati, per quanto ci compete, attivando gli uffici competenti.
Il problema principale è stato, ovviamente, quello di ottenere le previste autorizzazione da parte della "Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici".
La soprintendenza svolge, ai sensi di legge, il suo lavoro di valutazione e controllo di tutte le proposte d'intervento su beni storici e di pregio. Lavoro certamente encomiabile, che però, purtroppo, avviene con una certa lentezza (forse a causa del limitato personale a disposizione) e questo ha comportato che sono stati necessari più di 2 anni per avere (finalmente) le opportune autorizzazioni.
Nel corso di questi due anni sono stato personalmente (insieme ai tecnici comunali, al proprietario ed ai suoi tecnici di parte) presso gli uffici della soprintendenza e più volte ho accompagnato i sopralluoghi dei tecnici della sopraintendenza presso il castello.
Dopo questo assiduo lavoro di controllo e verifica, nella primavera scorsa è arrivato il primo via libera della soprintendenza per il recupero della parte posteriore del complesso (quella che si affaccia su via Fiammenghini) e 10 giorni fa il via libera definitivo relativo alla parte di maggior pregio (quella del castello, che si affaccia su piazza Garibaldi).
Ora possiamo procedere con l'iter comunale (già ampiamente istruito dagli uffici nel corso di questi due anni) in modo da arrivare al più presto all'approvazione definitiva del progetto presentato dalla proprietà.
La volontà politica c'è tutta (e c'è fin dal primo giorno del nostro insediamento). Le procedure burocratiche, purtroppo, sono lentissime. Ma ormai ci siamo. In due anni abbiamo fatto quello che altri non avevano neppure iniziato a fare in 20 anni.
La prima parte del lavoro dunque è praticamente conclusa.
Ora comincia la seconda parte che coinvolge il tema dell'interesse pubblico su quell'area.
Il Castello dei Pietrasanta è davvero il cuore storico di Cantù e personalmente credo che dovrebbe diventare di proprietà comunale. Il problema è che, a differenza del passato (quando il denaro pubblico veniva sperperato in opere inutili, anche nel nostro comune) oggi il Comune non ha sufficienti risorse a disposizione. Nonostante questo non secondario particolare, io ritengo che una valutazione attenta circa l'eventuale passaggio del bene nel patrimonio comunale (blocco degli acquisti permettendo) dobbiamo farla (e la stiamo facendo).
Il Castello dei Pietrasanta può tornare davvero ad essere il cuore pulsante della città? Magari, perchè no, la sede del MUSEO CIVICO?
Le risorse del Comune in questo momento sono scarsissime e la logica spicciola vorrebbe che le si utilizzasse tutte per l'ordinario, ma io credo che proprio nei momenti più difficili occorra comunque saper guardare lontano e pensare al futuro.
L'acquisto ed il recupero dello storico castello, può essere l'impegno che non solo il Comune ma l'intera città può assumersi nell'anno dell Expo che sta per iniziare?
Io credo di si e penso che valga la pena di impegnarsi in tal senso.
Vedremo come la città risponderà"

1 commento:

  1. Come cittadino di Cantù, approvo la proposta di acquistare da parte del comune, il castello di pietrasanta, Direi anche che per un senso civico nei confronti della città, ogni famiglia potrebbe fare una piccola donazione per la realizzazione di questo progetto.So che ci sono altre priorità in città, ma il castello è un simbolo. 40.000 abitanti possono fare molto anche con un piccolo dono. Saluti, Franco.

    RispondiElimina