domenica 12 ottobre 2014

Ok la domenica, il maltempo e le gite. Ma a conti fatti la manifestazione "No Libeskind" è stata un flop


Sarà che la domenica mattina (ma allora non andava scelto un altro giorno?), tra messe, gite e meritato riposo, è un momento difficile per portare la gente in piazza. Sarà che i comaschi, poi, sono mediamente restii a manifestare in grandi folle.

Avrà certamente influito molto anche il brutto tempo. Ma al netto di tutti questi argomenti reali, la manifestazione contro il monumento di Libeskind organizzata stamattina sulla diga foranea si può giudicare qualcosa di molto simile a un flop. D'altronde, la politica è questa: assumersi il rischio di sfide coraggiose (come ha fatto il consigliere comunale Alessandro Rapinese) ma accettarne in ogni senso il verdetto. E, in parallelo, l'indipendenza giornalistica corre su un binario simile: dare voce a tutti (e certamente, finora, in questo spazio è stato fatto più a vantaggio dei contrari che ai più silenziosi favorevoli) ma anche valutare ogni singolo evento in sé stesso e in relazione ai precedenti e ai successivi. Proprio per questo è difficile non definire un insuccesso l'evento di stamane.

Peraltro, lo stesso organizzatore principe della manifestazione ieri ha puntato molto sui numeri della serata organizzata in Biblioteca dal fronte del sì, rappresentato ovviamente dagli Amici di Como, dall'assessore all'Urbanistica di Palazzo Cernezzi, Lorenzo Spallino e dal sindaco Mario Lucini. Rapinese ha sottolineato - testualmente - di aver contato "118 persone presenti, di cui la metà vigili o poliziotti". Ebbene, stamattina - prendendo per buona la linea dei conteggi - sulla diga probabilmente non si è nemmeno arrivati al centinaio e ho contato personalmente almeno 7 colleghi tra giornalisti e fotografi.

Non solo. Sulla pagina Facebook "Libeskind sulla diga? No grazie", creata sempre da Rapinese, gli iscritti sono arrivati oltre quota 1.400. A conti fatti - tenendo sempre presenti gli ostacoli elencati in principio - poche ore fa si è recato sulla diga più o meno il 5% di essi. Segno che schiacciare un pulsante su Facebook è probabilmente molto più comodo che alzarsi dal divano in una giornata uggiosa. E questo vale anche per le decine tra architetti e ingegneri che hanno diffuso fior di comunicati sdegnati contro l'operazione degli Amici di Como ma dei quali sul fatidico tondello non si è visto praticamente nessuno.

Vi è poi un ultimo tema di riflessione. Ora Rapinese punta al referendum popolare per dire no al monumento sulla diga. Serviranno il via libera di una commissione tecnica al quesito, poi l'ok della giunta, la raccolta di circa 4mila firme e l'indizione vera e propria della consultazione. Visto quanto accaduto stamattina, il rischio politico di questa corsa già faticosa di suo e per di più diluita su tempi lunghi, per Rapinese potrebbe essere alto. Forse altissimo. Ma conoscendolo, lo correrà.

11 commenti:

  1. Ti vogliamo tutti Rapinese, ma tanto finirà come la ZTL. Una decisione già presa all'insaputa dei cittadini. Una decisione che fa discutere. Tanto comandano loro. Ci sono altre mille cose da sistemare a Como. Ma le priorità di questa giunta sono quelle di scambiarsi le poltrone ed un monumento (bello o brutto è gusto individuale). Come tutti quelli di sinistra. Va bene manifestare, va bene arrabbiarsi, ma finchè a Como comanda la politica non si cambierà mai nulla. Attendi il 2017, non bruciarti prima e fatti affiancare da gente fidata, di tutte le età, devi conquistare il cuore di tutta Como, non solo di facebook o dei giovani o di quelli che possono venire alla domenica mattina, altrimenti vinceranno sempre gli altri, e tra tre anni sarai li' ancora a dire "Lucini go home", o "Gaddi go home" , o "Butti go home" o "Spallino go home". Fatti amare, dai spazio anche ai tuoi collaboratori, non incentrare tutto su te stesso, espandi il tuo territorio anche nei quartieri. Crea dei movimenti (non 5 stelle) e dei piccoli raduni in ogni quartiere fuori dal centro. Como è grande. Sei l'unica lista civica che può' salvarci dal non-fare e dalla politica nazionale, lo dicono i numeri. Ma non bastano. Fai di più', espanditi. Con stima. Ciao. Enrico Carletti. Anni 64.

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    1. Concordo al 100%, ha centrato in pieno tutto, dalla prima all'ultima parola. Bravo.

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    2. Grazie Diego, purtroppo il problema del Rapi è che è riuscito a dare ai comaschi una alternativa ai partiti politici, ma non ha creato un "partito" e nemmeno un "movimento", si vede solo lui in giro, e la Mantovani in consiglio, ma altrove ad Adesso Como mancano quelli che diffondono il verbo e la struttura. Vedi il PD in biblioteca erano in 8, fanno vedere che qualcosa c'e' dietro, lui deve delegare, non dovrebbe nemmeno esporsi. Metti caso che stamattina fosse ammalato ? Cosa faceva ? saltare la sfilata ? NO ! Le cose devono andare avanti da sole. Non dico come Grillo, ma come una "azienda". Così' è uno contro tutti. Deve Comandare dall'alto e creare dei lanzichenecchi. Solo così' i partiti non vinceranno e vincerà la gente "comune".

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  2. Poi uno si alza la mattina e dice :"ok, da oggi faccio politica ". Nessuno si ricorda quanti erano i candidati alle ultime elezioni comunali? 13 candidati sindaco e più di 700 consiglieri. Se ognuno fosse stato eletto, sarebbero tutti stata" casta", gente alla ricerca del proprio interesse, incapaci? Poi certo, ciascuno è libero di credere che finalmente giunga il salvatore, ma le difficoltà di amministrare sono tantissime e nessuno nasce "imparato". Comunque ben venga la possibilità di manifestare per tutti.

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    1. Ok, lo ammetto, è stata una giornata pesante. Il commento non è dei più consoni. Chiedo venia.

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  3. Posso dire che avete scritto due commenti splendidi per toni e contenuti? Complimenti sinceri.

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  4. Più che altro il fatto che a giochi già fatti, a che serve? Questo il motivo che ha tenuto i comaschi lontani temo.

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  5. purtroppo il Rapi ha floppato ma ben vengano le sue iniziative. E non è colpa sua, ahimè, ma dello sconforto e della rassegnazione dei cittadini di fronte ad un modo di governare la città piuttosto "dittatoriale"

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  6. Sconforto e rassegnazione sono pericolosissimi, è così che poi ci fregano, smettendo di lottare e subendo in silenzio non si risolve e non si ottiene nulla.
    Bisogna lottare per difendere i propri diritti.
    Sveglia comaschi (e non solo)!!!

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