sabato 11 ottobre 2014

Peggiorare l'imbocco di viale Geno sembrava impossibile. Chi ha vestito i pozzetti della fogna da Ape Maia c'è riuscito



Non era facile peggiorare l'aspetto dell'area all'imbocco di viale Geno. Qualcuno - non so chi - ci è riuscito.

Sembrano davvero lontani i tempi in cui, tra fine agosto e inizio settembre, proprio questo blog appoggiò con forza l'iniziativa di un commerciante, Luigi Moresi, che tentò, appoggiato da Confcommercio, di mettere una pezza alla situazione. Tra pozzetti delle fogne usati per sostenere pali e cavi, teli di cantiere malridotti, degrado generale, Moresi propose al Comune di affiggere sulla recinzione delle paratie stampe della Como antica. Non se ne è più saputo nulla. Ma qualcos'altro è accaduto.


Qualcuno - non ho la più pallida idea se il Comune, Sacaim, Moresi, i volontari antiwriters o altri - è intervenuto proprio sui due pozzetti nei quali sono infissi pali di sostegno per cavi elettrici. Uno è proprio all'imbocco di viale Geno, l'altro pochi metri più a destra, su ciò che resta del lungolago. Ma, l'opinione è del tutto personale, siamo di fronte alla classica pezza peggiore del buco. I due cubi di cemento originariamente grigi, di norma posati nel terreno a protezione delle condutture fognarie, sono infatti stati ridipinti. Ma con enormi strisce oblique gialle e nere, che non soltanto danno ancora più visibilità ai blocchi, ma riescono a risultare un pugno nell'occhio persino in un'area già di per sé vittima di grave incuria.

Insomma, fare qualcosa per ridare lustro alla zona resta necessario. Dei plinti da fogna vestiti come l'Ape Maia si sarebbe forse fatto a meno senza traumi.

Nessun commento:

Posta un commento