martedì 14 ottobre 2014

"Togliamo l'oro all'Abbondino. Meglio dare contanti o prosciutti ai bisognosi". Il delirante consiglio comunale notturno


Ho trovato veramente delirante e deprimente il dibattito del consiglio comunale di Como andato in scena ieri notte, approssimativamente tra le 23 e mezzanotte.

In discussione era la mozione (datata peraltro 10 luglio 2013) presentata dal capogruppo di Adesso Como, Alessandro Rapinese, che intendeva impegnare la giunta su questo punto testuale: "Eliminare dalla cerimonia di conferimento dell'Abbondino d'Oro la consegna ai benemeriti di medaglie d'oro, sostituendole con delle ben più economiche, ma di pari valore morale, stampe celebrative".

Le motivazioni della proposta - riassumibili in un invito a ottimizzare la gestione delle risorse pubbliche - sono state illustrate dallo stesso Rapinese: "L'oro costa molto, incidere l'oro costo molto. Dall'inizio del mandato, il sindaco Lucini per varie ragioni ha sensibilmente aumentato la pressione fiscale nei confronti dei propri contribuenti. Inoltre, sia la giunta, sia la maggioranza non hanno mai perso occasione per comunicare urbi et orbi che il Comune non ha soldi a sufficienza per i servizi che dovrebbe garantire. In più, prima di aumentare le tasse oppure togliere servizi ai cittadini sarebbe opportuno tagliare i costi non essenziali". A conclusione del ragionamento, dopo un invito "alla giunta a dare il buon esempio" e aver affermato che "forse una stretta di mano e un sorriso basterebbero a chi viene premiato, oltre al fatto che i bisognosi, per esempio la Caritas, certamente preferirebbero i contanti a un oggetto d'oro, o al massimo dei prosciutti", Rapinese ha specificato che nell'ultima celebrazione i costi sostenuti dal Comune per l'oro delle medaglie legate agli Abbondini è stato di 4.356 euro. Troppi, a suoi dire, per la benemerenza civica in un momento in cui i bilanci non quadrano.

L'unica voce critica è stata quella del leghista Diego Peverelli: "Non sono d'accordo. Qualcosa che resta inciso lascia comunque il suo segno e non credo che siano 4mila euro che facciano pendere il bilancio da una parte o l'altra. Forse sarebbe più opportuno limitare le benemerenze, oggi sono 3 e io le riporterei a una sola ogni anno per la persona davvero più meritevole in assoluto".
Alla fine, la mozione è stata respinta.

Meno male, aggiungo. Per tre motivi. Andare a fare una battaglia per i risparmi comunali togliendo una spolverata di metallo prezioso da 4mila euro annui alla massima onorificienza cittadina (benché, questo sì, assolutamente inflazionata) è già di una demagogia obiettivamente oltre ogni limite. Inchiodare anche soltanto un minuto - e ieri si è arrivati ad almeno 45 - il consiglio comunale su un tema del genere è uno spreco di energie, se non di risorse, ben peggiore di quei pochi grammi d'oro usati per l'Abbondino. Infine, mi domando se sia più "volgare" una medaglia d'oro concessa a 3 comaschi protagonisti degli ultimi 12 mesi o una busta gonfia di contanti (e magari imbottita anche con qualche fetta di prosciutto) a chi ha bisogno.
Mah.

6 commenti:

  1. Rapinese si sta rovinando con le sue stesse mani

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  2. Trovo anche io deprimente, inutile ed uno spreco (sia per il tempo perso nella discussione sia perchè i Consigli, ahimè, hanno un costo) discutere di questo in Consiglio Comunale, con tutti i problemi che ci sono per la nostra Città e i nostri cittadini.

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  3. Risparmiare è giusto, ma ricordare bene gli esempi importanti lo è ancora di più! In effetti continuo a chiedermi perchè mai viene permesso di presentare e discutere mozioni così idiote, o che poco c'entrano con l'amministrazione della città. Si preoccupino dei servizi fondamentali, dato che una sola seduta di consiglio - se non mi ricordo male - costa circa 5.000€..

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  4. Ah, non vuole essere una critica a Rapinese, ma solo un ragionamento induttivo..

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  5. Rapinese va avanti di proposte demagogiche, quindi lasciamo perdere.
    Apprezzo invece l'intervento di Peverelli: basta con la spartizione degli abbondini, assegnandone solo uno all'anno già riduciamo la spesa di due terzi.

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