lunedì 20 ottobre 2014

I giovani vertici del PD comasco: "Nelle critiche a Renzi per l'annuncio da Barbara D'Urso c'è la peggiore sinistra elitaria e settaria"


Oggi il segretario cittadino del Pd di Como, Stefano Fanetti, e il giovane dirigente di primo piano dei dem lariani, Cristian Di Fiore, hanno preso una posizione interessante e impegnativa.
Il tema al centro della riflessione (originariamente espressa da Di Fiore) è l'apparizione di ieri nel salotto domenicale del programma di Barbara D'Urso, su Canale 5, del premier Matteo Renzi. Il quale, proprio nel cuore della domenica italiana, ha annunciato l'intenzione di estendere il bonus degli 80 euro anche alle neomamme, per 3 anni.
Fanetti e Di Fiore appoggiano incondizionatamente la scelta di Renzi, da molti criticata per il luogo specifico (la berlusconiana Canale 5), per il tipo di trasmissione in sé (il regno del disimpegno festivo, tra balletti, gossip e calcio), per l'audience di riferimento (non propriamente "politica") e infine per il contenuto stesso dalla proposta.

Ebbene, in primis Di Fiore, poi sostenuto da Fanetti, hanno stroncato le critiche - in particolare quelle espresse dal Fatto Quotidiano - addirittura bollando gli autori come "il peggio di una certa sedicente sinistra", fomentatrice di "settarismo, elitarismo, disprezzo dell’altro". I due dirigenti del Pd comasco, poi definiscono "agghiacciante" il giornalista che ha definito il programma della D'Urso "discutibile, per un pubblico numeroso ma altrettanto discutibile, che ricerca sul piccolo schermo l’evasione più vuota e priva di senso che si possa immaginare".

"Il pubblico discutibile - è la replica condivisa dai due comaschi - è rappresentato ad esempio da casalinghe e pensionate, persone perbene, che magari hanno la "colpa" di non essere molto istruite e vivere con reddito basso. Sono ad esempio donne il cui l'unico svago è guardarsi programmi poco impegnativi mentre curano i nipotini che i genitori non riescono a mandare al nido. Queste persone (ceti popolari, si sarebbe detto una volta, i più colpiti dalla crisi) non guardano i tg, non leggono i giornali e non usano internet, ma guardano la D'Urso; così come tantissimi giovani disoccupati e dal basso livello d’istruzione guardano la De Filippi".
Molti i concetti contenuti in queste frasi: dalla cruda sottolineatura - dal punto di vista di Fanetti e Di Fiore, naturalmente - del sostanziale fallimento informativo di molti media e relative offerte (dai quotidiani cartacei ai tg, passando per i siti internet) fino alla chiara volontà di parificare per importanza comunicativa verso le masse (e dignità in sé) i salotti domenicali a più blasonati (ma secondo loro inefficaci) mezzi e luoghi dell'informazione.

"Se si vuole parlare a questi italiani - è la conclusione dei due esponenti del Pd -si deve andare nei luoghi che frequentano e nelle trasmissioni che guardano. A meno di decidere che siccome non sono abbastanza colte e intelligenti da capire che il programma della D'Urso fa schifo non vale la pena prenderle in considerazione. Non sarebbe un ragionamento molto di sinistra".
Insomma, il concetto di fondo condiviso da Fanetti e Di Fiore è chiarissimo: sì alla comunicazione politica del premier (e non solo) ovunque essa possa essere efficace per informare gli italiani; e basta a ogni ipotesi elitaria e settaria tipica di una sinistra antica e ormai "rottamata" dalla storia.
Mi pare ce ne sia abbastanza.

5 commenti:

  1. Luca copriti se hai freddo!

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    1. Pelle d'oca non da freddo. Se i vertici svettano su argomenti così, lassù dove osano le acquile.
      Mi sembra che tutto abbia un livello basso basso più di me pure.

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  2. Decisamente un livello molto basso se scriviamo anche acquile col cq...

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    1. iOS orco giuda ops
      Chiedo venia, ma nel merito? @anonimo ?

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