lunedì 13 ottobre 2014

"Oh mamma, tiratelo via!". Rita Livio, lo spadone sguainato di Alberto da Giussano e Baruffini lo storico


Curioso siparietto, questa mattina, nell'ufficio della neopresidente della Provincia, Maria Rita Livio.

In attesa della proclamazione ufficiale degli eletti - culminata poi nel pasticcio Crippa-Frigerio di cui abbiamo dato conto - la presidente ha fatto accomodare colleghi e cronisti nel suo "regno" al primo piano di Villa Saporiti. Seduta al tavolo delle riunioni, però, inizialmente la presidente non si è accorta dell'enorme scultura bronzea lasciata (volontariamente o per sbaglio?) sul mobiletto accanto alla finestra dal predecessore, il leghista Leonardo Carioni. Ovvero, una statua di Alberto da Giussano con tanto di spadone sguainato, simbolo per eccellenza del Carroccio.

Immediatamente percepita la "sconvenienza" dell'accostamento tra la nuova "padrona" Pd di Villa Saporiti e la scultura, una dipendente della Provincia ha premurosamente chiesto alla Livio - sottovoce - se volesse far spostare quell'ingombrante statuetta. La presidente, però, intenta a parlare di elezioni ed eletti, non ha dato molto peso alla richiesta, fino a quando il suo sguardo non si è materialmente posato sullo spadone sguainato. A quel punto, ecco l'esclamazione: "Oh mamma, tiriamolo via! - ha affermato senza mezze misura la Livio - Qualcuno lo sposti". Nemmeno il tempo che qualche mano gentile si facesse carico della richiesta, però, che proprio un collega di partito della Livio, nonché nuovo consigliere provinciale, cioè Mirko Baruffini, ha vestito per un attimo i dottissimi panni dello storico e ha spiegato perchè la statua sarebbe dovuta rimanere al suo posto (omaggio al 67esimo Reggimento Fanteria Legnano che nella Seconda Guerra Mondiale combattè i nazifascisti, ndr), al di là dell'utilizzo politico che da anni ne fa la Lega Nord.

Apparentemente non proprio convintissima, la Livio ha comunque ascoltato con attenzione Baruffini e alla fine ha soprasseduto alla rimozione forzata dal simbolo leghista. La storia dei Comuni lombardi, da sindaco di Olgiante Comasco, deve avere prevalso. Per ora.

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