sabato 18 ottobre 2014
Gioacchino Favara, il discorso di Pericle distribuito ai consiglieri e l'ombra di un sindaco dispotico
Il consigliere comunale del Pd, Gioacchino Favara, deve essere uomo di buone letture.
Di sicuro nelle ultime ore ha fatto uso di almeno una di esse, nello specifico del discorso di Pericle agli ateniesi del 461 avanti Cristo. Il testo integrale del celebre inno alla democrazia e alla libertà è stato infatti inviato a tutti i colleghi consiglieri. Un gesto culturalmente apprezzabile, sebbene non neutro in assoluto.
Favara, infatti, ha accompagnato la distribuzione del discorso di Pericle con una piccola prefazione personale, che sembra mettere in chiaro contrasto - almeno dal suo punto di vista - i principi democratici del politico ateniese con le modalità di azione del sindaco Mario Lucini. Nelle righe vergate di suo pugno, infatti, il consigliere del Pd scrive: "Cari colleghi consiglieri, vi invito a leggere il discorso di Pericle ai cittadini di Atene, spero che possa servire a rendere più chiari quali sono i valori della democrazia. Buon fine settimana a tutti". Esiste, però, una "limited edition" della lettera, disponibile per pochi - e naturalmente anche per Comozero, che però non ne pubblica per scelta i contenuti esatti - nella quale quegli stessi concetti sono espressi molto meno aulicamente e dove si accusa il sindaco Lucini, in sostanza, di governare in maniera poco democratica.
Ad ogni modo, ecco il testo di Pericle.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.
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C'é il PD che sistema ringhiere e cimiteri e c'é il PD del sindacalista con Range Rover Favara. Credo non serva aggiungere altro.
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