giovedì 9 ottobre 2014
Marzorati-Molteni, staffetta in consiglio in dubbio. Per la più votata del 2012 spunta la presidenza della Ca' d'Industria
Alle elezioni comunali del 2012, la Lista Per Como schierò due pezzi da novanta: l'attuale capogruppo in consiglio, Mario Molteni, fu candidato a sindaco della città, mentre la pediatra Roberta Marzorati era nella lista per gli aspiranti consiglieri.
I risultati furono onorevoli ma beffardi: Molteni non divenne sindaco ma ovviamente conquistò uno scranno a Palazzo Cernezzi. La Marzorati, per i deliranti meccanismi politico-elettorali, risultò la più votata in assoluto della città con 569 preferenze personali ma questo non bastò a entrare in Comune come consigliere. Infatti, risultò non eletta.
Per sanare quella palese ingiustizia (oggi, in consiglio, siedono consiglieri di altri partiti che hanno raggiunto a stento le 50 preferenze) Molteni e la Marzorati strinsero un accordo: a metà mandato, cioè entro il 31 dicembre prossimo, si sarebbero avvicendati. Molteni si sarebbe dimesso per permettere l'ingresso in consiglio comunale della stessa Marzorati. Una buona trovata politica e, insieme, un accordo tra amici. Ma andrà così? Forse no.
Apprendo in queste ore, infatti, che - al netto di voci che darebbero piuttosto raffreddato il rapporto tra i due - sarebbe in elaborazione una proposta diversa da sottoporre al sindaco Mario Lucini. In pratica, la Lista Per Como proporrebbe la nomina di Roberta Marzorati a presidente della Cà d'Industria, il cui attuale numero uno, Paolo Frisoni, lascerà a brevissimo l'incarico proprio per entrare nella giunta comunale assieme alla segretaria del Pd, Savina Marelli. Il ruolo della Marzorati - in questo caso - cancellerebbe il bisogno della staffetta e Mario Molteni potrebbe rimanere a Palazzo Cernezzi fino alla fine del mandato (primavera 2017).
Due, però, gli scogli davanti a questa soluzione. Il primo è l'atteggiamento tenuto da Mario Molteni - di fatto ormai in assetto da opposizione - nei confronti della giunta: decisamente critico e pungente su molti temi. E' chiaro che se il sindaco accettasse la nomina a presidente della casa di riposo di Roberta Marzorati, sarebbe richiesto un "ammorbidimento" di Molteni in consiglio, pur sempre tra i banchi della minoranza. Di contro, in questa prospettiva, l'ingresso della pediatra in Comune e la fuoriuscita di Molteni potrebbero portare la maggioranza di centrosinistra ad avere una figura più vicina tra i banchi.
Il secondo scoglio, più "fisiologico", è legato al fatto che sicuramente in queste ore stanno maturando altre candidature per guidare la Cà d'Industria in vista dell'imminente addio di Frisoni. Qualcuno sostiene per persino l'ex assessore della giunta Botta, Nini Binda, potrebbe essere tra i nomi in lizza. Così come non è follia pensare che il più importante partito di maggioranza, il Pd, possa esprimere un nome più gradito e "organico". A brevissimo, comunque - visto che l'ingresso di Frisoni in giunta è vicino - i nodi si scioglieranno da soli.
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Molteni uomo di parola proprio
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