domenica 5 ottobre 2014

Oliviero Toscani, no a Libeskind: "L'opera non mi piace, non la metterei lì. E' Como che gli fa un regalo"


Il fotografo e creativo di fama mondiale Oliviero Toscani, il sindaco Mario Lucini e il presidente lombardo della Consulta degli architetti, Angelo Monti, hanno partecipato alla trasmissione "Fatto in Italia" su Radio Radicale interamente dedicata al dibattito sul monumento di Libeskind (in onda oggi alle 13.30). In anteprima, ecco cosa hanno detto.

Lucini ha spiegato che "Libeskind si è innamorato di Como ed era in contatto con gli Amici di Como, ecco perché ha deciso di donare l'opera. Il dibattito che si è aperto in città non mi sorprende". Il sindaco ha ribadito che l'opera "è un'opportunità importante per la città, l'architetto e le sue opere nel mondo sono una garanzia e la struttura è abbastanza distante da piazza Cavour per cui l'impatto non è preoccupante anche perchè gli spazi vuoti all'interno non oscurano la vista del panorama". Alla domanda se sia già deciso o no di installare l'opera, Lucini ha replicato senza dubbi: "I passi e l'avvio delle procedure in giunta sono stati fatti. Ora serve il riscontro alla gara per la sistemazione della diga. Se arriverà, la scelta è fatta".
Il primo cittadino ha anche aggiunto che "se ai tempi si fosse aperta una discussione infinita anche sulla Casa del Fascio, non si sarebbe mai fatta".

Poi è toccato all'ex presidente degli architetti comaschi, Angelo Monti, esprimere il suo punto di vista contrario all'installazione del monumento sulla diga. "Questo progetto è stato silente, nessuno sapeva bene cosa fosse l'opera fino a pochi giorni fa - ha affermato - Noi non abbiamo mai affermato di essere contro il nuovo tout-court. La modernità deve entrare a Como, gli architetti comaschi portano da decenni grandi figure dell'architettura in città, ci siamo battuti per l'innovazione. Ora qualcuno vuole farci passare come conservatori e parrucconi e naturalmente non è così. Nel primo bacino del Lago di Como ci sta benissimo un monumento contemporaneo, ci sta un contrappunto della contemporaneità ma nella coralità del panorama. E se lei lo mette al centro del lago ci si rende conto che il monumento diventa il monumento in sè stesso. Così perde la caratteristica di relazione con il suo contesto. E questo potrebbe essere positivo in una piana desolata, ma in mezzo al Lago di Como no. L'opera non può dialogare con il paesaggio collocata in quel luogo. Una lettura moderna dello spazio fisico della città dovrebbe prevedere il dialogo tra i vari attori, compresi i monumenti, che la compongono". Un pensiero che fa chiaramente intendere che l'opera di Libeskind non assolverebbe a questo compito.

Poi la parola è passata a Oliviero Toscani. "La donazione la fa molto più Como a Libeskind, che non Libeskind a Como. Io sono un fanatico di Terragni e tutti gli architetti italiani dovrebbero andare a mettersi a posto e fare un tagliando a Como a vederne le opere. Quindi non è giusto che il monumento diventi il più importante di quel punto di Como. Il monumento non mi piace, ma non è questo il tema. E' chiaro che a Libeskind interessa avere il suo monumento lì, ma lo ripeto: è Como che fa la vera donazione a Libeskind, quel Lago è un monumento di per sé stesso, non metterei un punto esclamativo all'ombelico della città. È autocelebrativa quell'opera. Non è che Libeskind non se lo meriti, ma lì ci sono già realtà architettoniche fantastiche. Lo si metta all'uscita dell'autostrada piuttosto". Lucini ha ovviamente detto no.

Poi Toscani ha lanciato un messaggio al sindaco: "A Como cominciate piuttosto ad abbattere e togliere quelle erbe grame che sono state costruite attorno alla grande architettura razionalista, che ha prodotto quella moderna. Quello che ha Como come insieme di architetture è già molto più importante di un monumento di Libeskind". Sulla dedica dell'opera ad Alessandro Volta, Toscani ha affermato "che allora quell'opera è sbagliata, non mi ricorda Volta quella scultura, è soltanto un po' presuntuosa. E' di troppo, non ce n'è bisogno: Como è la città della sobrietà, anche in architettura, e non ha bisogno della spilla in mezzo al lago, come un pacemaker nel cuore. La città non ha bisogno di nuove somme architettoniche".
Poi il fotografo - molto contento di aver partecipato al dibattito - ha ribadito che "forse molti altri architetti italiani si meriterebbero il regalo di avere un'opera a Como".
Un punto di vista, quello di Toscani, sul quale Lucini ha detto "di capire che sia un vantaggio reciproco ma non credo che l'opera di Libeskind intacchi il patrimonio razionalista di Como, è una cosa in più che non sminuisce ciò che la città può offrire".

7 commenti:

  1. discutere con Lucini e la sua giunta è sempre una perdita di tempo. parlare con un muro darebbe più soddisfazioni.

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  2. Questo monumento è un pugno in un occhio.......Il muro della passeggiata del lungolago era un pugno in un occhio......La ZTL è una sberla al commercio di Como......Speriamo che i Cittadini si sveglino.

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    1. Il muro della passeggiata non l'ha certo fatto la giunta di lucini

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  3. Ricordiamo a Lucini che non è stato discussa la casa del fascio ai tempi perché ai tempi al governo c'era il fascismo?!

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  4. Ricorderemo Bruni per la scelta del muro davanti al lago
    e Lucini per la scelta di un attaccapanni piazzato in mezzo al lago.

    Grazie ad entrambi, per le lungimiranti e fantasmagoriche scelte.
    (Anche se non è ancora detto, che stavolta i comaschi permettano la messa in opera)

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  5. Ha ragione Toscani, è un monumento celebrativo a Libeskind, non a Como. Poi, sulla qualità della scultura, stenderei un velo pietoso.

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  6. mettiamolo ai giardini a lago piuttosto oppure sulla lungo la nuova passeggiata...sempre che venga mai finita. all'uscita della stazione a lago ad esempio

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